Signor Presidente,
è con grande speranza che ho deciso di scrivere, certa della sua capacità di ascolto e della sua pazienza, visto che l’argomento che sottopongo alla sua attenzione è nuovamente la questione TAV. So che ha già ricevuto altre lettere sottoscritte da autorevoli persone, ma tutte incentrate sulla Valle di Susa.
Purtroppo un altro pezzo di territorio sarà sottoposto al disastro annunciato: l’area a confine tra Lombardia e Veneto, nelle zone caratteristiche delle Colline Moreniche tra i comuni di Lonato, Desenzano d/Garda e Peschiera.
Rispetto al grande clamore della Valle Susa, le posso assicurare che da noi, a parte le prese di posizione di associazioni ambientaliste come il Comitato delle Colline Moreniche e dei produttori del Lugana, non si è mai configurata una compatta e strutturata presenza del fronte NOTAV.
Così come in questi anni di alternanza di visibilità del problema, non siamo stati neppure partecipi di riunioni informative e esplicative da parte delle autorità locali. I cittadini o ignorano, o pensano, come la maggior parte degli italiani sul tema TAV, che sia ormai un evento da subire.
Non le nascondo la fatica per reperire materiale e tavole ufficiali sul passaggio del tracciato nelle nostre zone, necessarie per organizzare un evento pubblico informativo rivolto ai cittadini di Desenzano, evento a cui ha partecipato in qualità di relatore l’esperto in appalti pubblici Ing. Ivan Cicconi.
Le riporto lo sconforto delle famiglie presenti che hanno appreso che le loro case verranno distrutte, lo stupore dei partecipanti nell’apprendere la lievitazione dei costi nel corso degli anni, l’inadeguatezza del passaggio della linea in aree che in questi 20 anni, tanto data il progetto, si sono trasformate e altamente antropizzate, l’inutilità di un’opera in un momento finanziario così pesante per tutti; ma soprattutto mi permetto di sottolineare l’indignazione di tutti nell’apprendere che aree di alto valore storico, paesaggistico e produttivo saranno investite da questo “tsunami” programmato a tavolino.
Anche nelle nostre zone i progettisti si sono attivati brillantemente a congiungere due punti, con matita e righello, totalmente incuranti di preoccuparsi del significato e delle conseguenze di quella linea.
La lettura dei giornali e delle dichiarazioni di politici, attivisti, addetti ai lavori, mette il luce un totale divario scientifico e culturale tra i due fronti. Le ragioni del NO sono sostenute da studi geologici, dati statistici e economici, da una approfondita conoscenza del territorio, delle sue necessità, delle sue aspettative e da un forte legame con esso. Le ragioni del SI’ sono invece frutto di un “passaparola”,di una sorta di racconto verbale tramandato di persona in persona, con il ritornello dei fondi europei, dello sviluppo, del corridoio Lisbona-Kiew e il massimo risalto strumentale alle azioni di disturbo e terroristiche, assolutamente condannabili.
Noi che abitiamo in terre risorgimentali, non vorremmo mai dover rivedere persone che si immolano e si sacrificano in difesa della propria terra, perché forse è con questo spirito che andrebbero interpretati certi gesti estremi.
Io Le ho introdotto tutto ciò per sostenere una mia richiesta che reputo concreta e legittima: perché non viene di persona a controllare quello che le racconto?
Perché non viene ad apprezzare il disastro di un territorio unico dal punto di vista naturalistico, geo-morfologico, di alto interesse preistorico visto che è qui dove è stato portato alla luce il più antico e unico al mondo aratro risalente all’età del bronzo?
Perché non venire a gustare il vino Lugana, prodotto pregevole e esclusivo delle Colline Moreniche, frutto del lavoro e dei continui investimenti dei viticultori che per anni hanno lavorato con impegno per raggiungere risultati riconosciuti non solo a livello nazionale ma anche oltre confine?
Le confesso che io ho una grande preoccupazione personale: sono candidata sindaco al comune di Desenzano. Sono una donna, professionista, proveniente dalla società civile, e ho assunto questo grande impegno pensando di poter veramente fare qualcosa di buono per la mia città.
Ho affrontato i temi della legalità e lotta alla mafia, della TAV, della salvaguardia dell’ambiente, del turismo sostenibile, penso a come dare risalto alla cultura, alle tradizioni e alla promozione delle produttività locali.
Ma se vinco riuscirò a mantenere tutto ciò?
Come potrò dire ai miei cittadini che un’opera come la TAV non permetterà nessuna di quelle realizzazioni e che il legame grandi opere-appalti-illegalità minerà il nostro tessuto economico, non esente già ora da certe presenze ingombranti?
Questi mesi sono stati caratterizzati da pesanti fardelli che proprio Lei ha dovuto sopportare e penso che questa frase:” Come faccio a dire agli italiani….” sia stato un tormento non indifferente.
Ecco perché le rinnovo l’invito: venga a controllare di persona, si liberi dalle presenze degli esperti del SI’ e si faccia raccontare le ragioni del NO guardando le nostre terre: così forse riuscirà ad aiutarmi a trovare le parole giuste per raccontare ai miei cittadini una storia di coraggio e di comprensione.
Le porgo distinti saluti,ringraziandola per l’attenzione
Annamaria Damiano