Pubblichiamo le osservazioni presentate dal Comitato Spontaneo contro le nocività al “Programma integrato di intervento (P.I.I.) – R.1.1. del PGT relativo ad area sita in località San Eufemia di proprietà Lonati S.p.A. e Santoni S.p.A. per trasformazione edilizia” per la realizzazione di un nuovo centro commerciale nella zona di S. Eufemia:
Osservazioni del Comitato Spontaneo contro le nocività:
Prima di entrare nel merito delle osservazioni vere e proprie sull’impatto che il P.I.I. avrà su
aria, acqua e suolo, riteniamo opportuno segnalare alcuni dati, ormai noti e consolidati, che
dovrebbero far riflettere sull’utilità e l’interesse che questo impianto porta agli abitanti della
nostra città.Sul Giornale di Brescia del 26/2/2012 sono stati pubblicati alcuni numeri relativi agli anni 2010 – 2011 che riguardano il settore commercio: (fonte CONFESERCENTI):
- in provincia di Brescia il rapporto tra superficie commerciale e abitanti è di 2.046 metri quadrati ogni 1.000 persone, mentre la media Lombarda è di 1.066 mq ogni 1.000 persone;
- la popolazione è pari al 12,66% di tutti gli abitanti della Lombardia mentre la superficie commerciale è pari al 16% della metratura di tutta la regione (fonte FINDOMESTIC gruppo BNP)
- nel corso del 2011 i consumi delle famiglie sono diminuiti nelle seguenti percentuali:
elettrodomestico bianco (cucina) – 5,7%
informatica -8,8%
elettrodomestico bruno (TV, Dvd, hi-fi, decodificatori, etc.) -27%Leggendo questi numeri ci si domanda a che serva un nuovo centro commerciale accanto ad uno già esistente che offre in buona parte gli stessi prodotti. E non basta rispondere che si crea nuova occupazione e che questo è “diverso” perché progettato con caratteristiche architettoniche, logistiche e di occupazione degli spazi migliori di quello adiacente.
Passando nel dettaglio delle osservazioni si rileva innanzitutto che la realizzazione di un grande struttura di vendita, che interessarà una superficie territoriale di 97.265 mq, comporterà inevitabilmente impatti ambientali enormi, in una zona che già soffre di rilevanti criticità.
L’aumento del traffico veicolare peggiorerà pesantemente la qualità dell’aria in una zona che è classificata “zona critica”; si sottolinea che, ai sensi della zonizzazione del territorio della regione Lombardia D.G.R. 30.11.2011 n. IX/2605, i comuni di Brescia e Rezzato appartengono all’agglomerato di Brescia (corrispondente alla zona A1 di cui alla D.G.R. 2.8.2007 n. 7/5290), che appartiene alle ZONE CRITICHE “dove non è opportuno introdurre nuove fonti inquinanti ma solo favorire attività di risanamento e mitigazione della qualità dell’aria”.
Al contrario questo P.I.I. prevede la riconversione di un’area produttiva in via di dismissione, localizzata lungo il principale accesso est della città; è evidente che passare dalla dismissione di un’area produttiva alla realizzazione di un centro commerciale non va nella direzione del risanamento e mitigazione della qualità dell’aria poiché dal traffico zero provocato dalla dismissione si passa all’enorme quantità di traffico indotto sia per il trasporto dei prodotti in entrata, sia per il flusso dei mezzi privati degli utenti.
Le misurazioni effettuate da ARPA e incluse nel “Rapporto sulla qualità dell’aria di Brescia e Provincia (ARPA Lombarida 2009) attestano, per la zona interessata dal Programma Integrato di Intervento, superi dei limiti di legge per le concentrazioni di ossidi di azoto (superi della soglia prevista per la media oraria e per le medie annue), dell’ozono (superi della soglia di informazione), del particolato atmosferico aerodisperso PM10 (supero del limite sulle 24 ore per la protezione della salute umana e supero del limite annuo). Per quanto riguarda il particolato atmosferico aerodisperso PM2.5, per il quale non è ancora stata recepita la direttiva europea, si è registrato comunque il supero del valore limite sulla media annuale fissato dalla direttiva 2008/50/CE da raggiungere entro il 1/1/2015.
Si evidenzia che dalle rilevazioni INEMAR della regione Lombardia riferiti al 2008, che individua la ripartizione percentuale delle fonti di emissione atmosferica, risulta che per la provincia di Brescia il trasporto su strada è la principale fonte per i parametri relativi a ossidi di azoto, biossido di carbonio, particolato totale sospeso e precursori di ozono, e risulta come secondo responsabile per i parametri di monossido di carbonio, PM2.5, PM10 e CO2 equivalente.
Per quanto riguarda il comune di Brescia i dati INEMAR confermano che il trasporto su strada è la principale fonte per i parametri di PM10, PM2.5 e particolato totale sospeso ed è la fonte secondaria per il biossido di carbonio. E’ di grande rilevanza e preoccupazione per le ricadute ambientali, la vicinanza alla zona di S.Eufemia destinata a polo commerciale delle aree destinate nel PGT e Parco dello sport e al polo logistico Italgros, progetti che avranno inevitabili pesanti ricadute ambientali ed i cui effetti si sommeranno al Programma Integrato di Intervento oggetto di valutazione ambientale strategica. E’ superfluo segnalare che la stazione della metropolitana è troppo distante perché venga utilizzata dai frequentatori del centro commerciale e che se anche fosse più accessibile, difficilmente verrebbe usata per portarsi a casa il televisore appena acquistato. Chiaramente la scelta di questa zona deriva dalla precisa volontà di garantire un facile accesso a chi si muove con il mezzo privato e che trova lungo tutta la S.S. 11 una interminabile serie di esercizi commerciali di tutte le dimensioni come se tutto il tacciato della Statale corrispondesse ad un enorme, unico Centro Commerciale MEGAGALATTICO.
Inoltre si evidenzia che l’area di P.I.I.:
- interessa zone ad elevata sensibilità paesaggistica;
- è attraversata da numerosi corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico minore di competenza del Consorzio di bonifica del Medio Chiese (roggia Vescovada, roggia Caionvica), è adiacente al Naviglio Grande Bresciano e ricade nel bacino naturale del Torrente Musia;
- è classificata come area a rischio idrogeologico molto elevato (aree 1, comma 3 articolo 51 N.d.A del Piano per l’Assetto Idrogeologico) a seguito di eventi di piena fluviale del Canale Naviglio Grande. A questo proposito si riporta uno stralcio della “Relazione dello Studio del Reticolo Idrico di Brescia:
“Fino a S. Eufemia non esistono sul Naviglio emissari di portata rilevante, per cui le piene raggiungono la periferia Est della città, ove vengono scaricate verso il Torrente Garza ed il Naviglio inferiore, principalmente tramite la Roggia Vescovada, il Naviglio Cerca (o Roggia Resegotta) e lo scaricatore di viale Piave. Il tratto del Naviglio maggiormente sollecitato e critico, sotto l’aspetto idraulico, è quello compreso tra Rezzato e S. Eufemia. Durante le piene maggiori le esondazioni interessano la S.S. n. 11 ed il rigurgito si estende fino ad interessare il Rio Musia. Il sovraccarico provoca inoltre la crisi degli scaricatori Rogge Vescovada e Cerca.”
Si sottolinea che recenti indagini e studi effettuati dall’A.S.L. di Brescia (https://www.aslbrescia.it/bin/index.php?id=1892) attestano che nella zona est l’incidenza di patologie respiratorie, tumori al fegato per le donne e alla vescica per gli uomini è più alta che nel resto della città, città che peraltro è già al primo posto per morti per tumori fra le 107 città capoluogo d’Italia.
La giustificazione che viene data affermando che alla totalità degli inquinanti presenti il progetto ne aggiunge solo una parte infinitesimale” è completamente da respingere poiché è attraverso la continua aggiunta di minime quantità che si continua ad accrescere la già grave situazione. E’ come se ad una persona che è stata sospinta per tutto il corridoio fino a raggiungere la finestra si chiedesse di fare solo un passettino avanti.
Per tutto quanto esposto si ritiene quindi insostenibile la realizzazione del “Polo commerciale e dei servizi tematico” da realizzarsi nella zona di S. Eufemia, per i rischi connessi ed i devastanti effetti sull’ambiente e la salute umana.
Alessandra Cristini
Comitato Spontaneo contro le Nocività
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