Gardone Val Trompia. Il Cossav ha vinto
Il resoconto del molto biomassista “Giornale di Brescia” (espressione di gruppi di potere ben poco trasparenti) riflette solo la versione dell’amministrazione comunale (PD con forte influenza Beretta). Nell’articolo si riporta che non c’era interesse di imprese private a investire ben 15 milioni nella centrale. Ma in tempi di crisi – cara articolista – i capitali vanno ancora più volentieri a investire nelle biomasse. Lo scorso anno vi erano diverse società pronte a farsi avanti. Se l’affare è sfumato è perché il progetto era particolarmente gramo e perché il Comitato locale no biomasse ha messo in evidenza e in piazza le tante magagne, critiucità, pericoli.
Si fa finta di credere che le “biomasse vergini” fossero localmente disponibili quando è palese che in valle le utilizzazioni boschive hanno un senso economico solo in relazione alla filiera corta della legna da ardere. E’ vero che i biomassisti non vogliono spendere troppo per il cippato ma è anche vero che in valle proprio non c’è nessuno che lo può fornire a prezzi vagamente competitivi con quello estero.
Cose che il locale Comitato COSSAV ha più volte ribadito, confortato non solo dagli esperti chiamati agli incontri pubblici da esso organizzati ma anche dallo stesso tecnico della Comunità Montana. Il Giornale di Brescia tace sul fatto che il teleriscaldamento – come spesso avviene – fosse puramente sulla carta e che solo qualche utenza pubblica sarebbe stata effettivamente allacciata. Più grave l’omissione della questione sanitaria che era il punto più critico di tutti.
Gardone e Sarezzo sono parte della città lineare che da Brescia si insinua nella super industrializzata e super inquinata Val Trompia (acciaierie e galvaniche). La qualità dell’aria è pessima e rientra nell’ “area critica” bresciana. In più la centrale sarebbe sorta (la valle è stratta) all’imnterno del tessuto urbano, accanto a un grosso centro commerciale e a grossi palazzi. Un progetto insostenibile anche alla luce del lassismo di Regione Lombardia che è tra le regioni più solerti nel favorire gli speculatori delle biomasse a danno della salute e dell’ambiente (non sono mai state redatte le linee guida sulle aree inidonee ad accogliere le centrali).
Quello che non pretendiamo che i cronisti del GdB dicano è che lo smacco del comune biomassista (e della Beretta, che sta a Gardone come la Fiat dei tempi d’oro stava a Torino) è merito in larga misura dell’azione di interdizione del COSSAV (Comitato spontaneo salute e ambiente Val Trompia).
Ed è una grande soddisfazione ricordare che il Comitato è nato anche in seguito ad un post di Sgonfiabiogas del 5 aprile 2013. Dopo quel post un ragazzo di Sarezzo, Nicola Pozzi, ha iniziato ad organizzare un primo incontro cui ne sono seguiti altri. Il COSSAV, non si è preoccupato solo della centrale “sotto casa” ma ha iniziato a dare una mano agli abitanti di un paesino dell’alta valle (Marmentino) dove una centrale (assurda e che brucia cippato estero) è purtroppo in esercizio. Marino Ruzzenenti, Don Scalmana, Michele Corti, Celestino Panizza, Massimo Cerani sono tra i relatori che hanno accolto l’appello del COSSAV e che hanno contribuito a “smontare” un progetto costoso e pericoloso per la salute e l’ambiente. Ora il COSSAV si concentrerà sulle altre centrali delle valle vigilando su nuovi assurdi progetti.
Il Giornale di Brescia, 21 marzo 2014
Gardone, biomassa partita chiusa
L’Amministrazione ha messo la parola fine al progetto, mai partito, di un impianto in località Cornella