Impianto di smaltimento ceneri A2A: nuove perplessità

Riceviamo e pubblichiamo le osservazioni del Prof. Andrea Bianconi relative al previsto impianto di smaltimento ceneri A2A

1) Mi sembra molto inappropriata la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale, per una procedura sperimentale, ossia della quale nessuno è realmente in grado di stimare gli effetti finali. La sensazione è che la VIA sia strumentale a deresponsabilizzare A2a dagli effetti imprevedibili della sperimentazione.

2) Sarebbe molto grave (ma immagino che proprio lì si voglia andare a parare) se i risultati della sperimentazione venissero linearmente estrapolati per dedurne gli effetti di un impianto di scala molto maggiore. E’ evidente che nessuna considerazione estratta dall’analisi di un mio combattimento contro una lucertola può venir utilizzata per prevedere il risultato di un mio combattimento contro un coccodrillo.

3) Sarebbe altrettanto grave e profondamente antiscientifico se venissero tirate conclusioni definitive da questa sperimentazione in assenza di controsperimentazioni condotte da laboratori indipendenti. Vorrei ricordare che se ci si basasse sui risultati di una linea sperimentale sola, oggi avremmo realizzato la fusione fredda e risolto una volta per tutte i problemi energetici.

4) Nel documento di presentazione della sperimentazione, si parla di “prodotti riutilizzabili” come risultato finale della procedura. Quest’idea è estremamente fuorviante. A tutt’oggi nessuna delle tante sperimentazioni (anche su scala industriale) condotte in tutto il mondo relative all’inertizzazione o alla detossificazione delle ceneri volanti ha mai portato a prodotti commercialmente spendibili ottenibili a costi ragionevolmente contenuti.
Se si vuole un prodotto realmente riutilizzabile e di qualità, o anche semplicemente un prodotto realmente neutralizzato al 100 % e di scarso ingombro, occorre spenderci una montagna di soldi, che tolgono ogni senso all’operazione.

5) Nel caso specifico del mix delle ceneri con cemento il risultato è (notoriamente) un peggioramento delle qualità meccaniche del cemento stesso, e della sua impermeabilità, a causa dell’alto contenuto di piombo delle ceneri stesse (il piombo ne è il componente primario, in termini di peso).
Questo si aggiunge al fatto che l’inertizzazione non è mai realmente completa al 100 percento: una certa volatilità residua rimane, aggravata dalla non impermeabilità del prodotto finale, che si ritrova a dover comunque essere smaltito in una discarica per rifiuti pericolosi.
Tuttavia questo materiale da smaltire presenta un volume notevolmente maggiore di quello iniziale delle ceneri. Inoltre le quantità di cemento che devono essere acquistate sono (almeno) dell’ordine di quelle della cenere da smaltire, con il risultato di notevoli costi economici e dell’impatto ambientale aggiuntivo dell’attività del cementificio fornitore.

6) A questo si aggiungono il costo dell’utilizzo e della successiva depurazione di notevoli volumi di acqua, quello della gestione della sicurezza di uno stablimento chimico di dimensioni medio-grandi, e quello della sua alimentazione energetica.
Appare francamente poco vendibile l’idea che il risultato di questo nuovo metodo di gestione delle generi presenterebbe un risparmio rispetto all’attuale sistema. Molto più verosimile il contrario.

7) La sensazione è che A2a voglia per l’ennesima volta ribadire la sua vocazione di azienda che non guadagna, ma fa guadagnare.
Ossia di una azienda che finora si è indebitata oltre ogni logica industriale, con l’interessato consenso di azionisti, fornitori e finanziatori.
Qui ad un livello palese guadagnerebbero il fornitore di cemento, i costruttori dell’impianto (stiamo parlando di grosse quantità di cemento, e di un impianto di ragguardevoli dimensioni), ed i finanziatori dell’operazione. Ad un livello meno palese gli amici di queste persone nelle amministrazioni interessate.

8) Dai documenti messi a disposizione del pubblico, è impossibile disporre di molti dettagli che sono essenziali per valutare il progetto, la sua redditività e i suoi vantaggi o meno rispeto ad altri sistemi.  Le descrizioni delle procedure sono essenzialmente qualitative e sollevano molte più domande di quanto non forniscano risposte.
Quindi non è illecito parlare di informazioni fortemente incomplete. E quindi tanto più appare in malafede il tentativo di confinare a Ferragosto la discussione pubblica del progetto.

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