Il verdetto è slittato a mercoledì prossimo, ma lo spettro del gassificatore di pollina che incombe su Bedizzole non è mai stato così vicino dal materializzarsi. Come sta avvenendo sempre più spesso in un territorio bresciano martoriato, l’interesse generale sarà sacrificato sull’altare del business di pochi. Salvo colpi di scena dell’ultima ora, anche stavolta istituzioni e politici hanno ignorato la voce delle comunità che hanno alzato il volume fino a ieri, giorno della convocazione della conferenza dei servizi in Provincia. La mobilitazione è cominciata nel pomeriggio sotto l’egida del main-slogan: «Grazie al gassificatore, finiremo tutti nella stessa bara».
E il feretro evocato dal sit-in è… comparso davvero per dare (macabra) incisività al messaggio dell’ennesima manifestazione di protesta inscenata davanti alla sede dell’assessorato provinciale all’Ambiente. Armati di campanacci e vuvuzela, scandendo slogan fra l’ironico e l’indignato, oltre duecento persone hanno assediato l’entrata degli uffici di via Milano per ribadire l’opposizione all’impianto di trattamento della pollina, ovvero lo scarto delle lettiere degli allevameni avicoli.
IL FERETRO, SIMBOLO della preoccupazione dei residenti, è sfilato fra due colonne di striscioni srotolati da famiglie con anziani e bambini al seguito, quasi a testimoniare l’opposizione di tre generazioni a un «impianto che essendo sperimentale potrebbe avere effetti collaterali gravi e imprevedibili», come spiega la vicepresidente del Comitato civico di Bedizzole contro il gassificatore, Daniela Armanini. I cori e i tazebao preparati per l’occasione hanno dato sfogo alla creatività: da «Siamo noi bambini a subire le conseguenze delle vostre azioni» a «Ne abbiamo pieni i polmoni delle vostre decisioni» passando per «Non bruciateci il futuro» e «Più coscienza, meno interessi». Tutti messaggi indirizzati a enti e politici chiamati a pronunciarsi sul progetto.
All’esterno della sede della Provincia la protesta, che ha incontrato la solidarietà delle persone in transito da via Milano a piedi o in automobile. Dentro una delegazione di rappresentanti del comitato con i faldoni contenenti le oltre 10 mila firme raccolte contro il progetto, in tutto il comprensorio gardesano. LA PRINCIPALE preoccupazione dei residenti è legata «alla quantità e qualità delle emissioni prodotte da un impianto che non ha termini di paragone in quanto sarebbe il primo in Europa – afferma Daniela Armanini -. Speriamo che la decisione ci sia favorevole, perché di ragioni oggettive ne abbiamo davvero tante. Non temiamo solamente la produzione di gas nocivi dalla combustione delle polline, ma anche un riscaldamento della conca nella quale dovrebbe sorgere il gassificatore, che andrebbe ad alterarne il microclima». Auspici tramontati nel tardo pomeriggio.
da bresciaoggi.it
https://www.comitatocivicobedizzole.it/
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