Salute a rischio nella patria delle discariche

 

 

Qui tumori e malattie respiratorie uccidono di più che in altre zone d’Italia. I comitati sparsi in provincia provano a fare sistema per alzare il tiro della protesta
La senatrice Daniela Mazzuconi della Commissione d’inchiesta sui traffici illeciti di rifiuti ammette: «C’è un’emergenza a Montichiari»
Nel distretto di Montichiari tumori e malattie respiratorie uccidono di più che nel resto di Italia. Il nesso fra patologie e inquinamento ambientale è tutto da provare scientificamente, ma la commissione del Senato tiene sotto stretta osservazione l’inquietante trend epidemiologico.

A DARE CORPO AI PEGGIORI incubi della popolazione di una Bassa centrale assediata da cave e discariche sono stati i parlamentari ospiti del convegno organizzato l’altra sera a Montichiari dall’associazione «La Collina». Al ristorante Corte Francesco si sono dati appuntamento i rappresentanti della pletora di comitati civici impegnati sui molteplici fronti aperti in provincia, ma la testimonianza più attesa era quella della senatrice Daniela Mazzuconi che ha confermato l’anomalia di Montichiari, non a caso ribattezzata la pattumiera d’Italia. «In sede di commissione parlamentare – ha ammesso la senatrice Pd membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo di rifiuti e sulle attività illecite comnnesse -, abbiamo dovuto prendere atto che esiste un’emergenza ambientale nel comprensorio di Montichiari». Tesi suffragata dall’analisi delle ricerche epidemiologiche della Asl effettuata nell’occasione dall’esperto di problematiche ambientali Marino Ruzzenenti e da Celestino Panizza dell’Associazione medici per l’ambiente. Sotto la lente i dati dell’Atlante della mortalità del triennio 2006-2008 diffusi l’estate scorsa.

L’ATTENZIONE del convegno si è concentrata sul trend del distretto numero 10, un bacino di 61.272 abitanti spalmati su Montichiari, Acquafredda, Calcinato, Calvisano, Carpenedolo, Montichiari, Remedello e Visano. Rispetto alle previsioni, nell’area si è registrato un aumento di mortalità nella popolazione maschile per tumore allo stomaco (+85% rispetto ai decessi attesi) e polmonite (+75%). Anche nel segmento di popolazione femminile sono stati censite curve statistiche anomale. I decessi per patologie all’apparato respiratorio sono state nel triennio prese in esame del 79% superiori alle attese. Stesso discorso per i tumori al seno (+37%) e per le neoplasie al polmone (+27%). «L’indagine epidemiologica offre risposte sul lungo termine – hanno precisato i due esperti -, ma è chiaro che a prescindere dal nesso causale patologie mortali e inquinamento, la situazione di Montichiari a questo punto va essere monitorata con la massima attenzione». Tutti d’accordo gli amministratori presenti: «bisogna spezzare la spirale degli interessi privati e difendere con forza la salute collettiva». Lo hanno ribadito con parole ed esempi diversi Maurizio Franzoni, primo cittadino di Mazzano, e Marika Legati sindaco di Calcinato, ma anche Sergio Perini presidente di Cambia Rotta e Luigi Rosa leader del Comitato Sos Terra. Durante la serata sono stati citati tutti i fronti caldi: dalle concentrazione di Pcb e diossina dell’hinterland, alla discarica del «tanfo» di Vighizzolo passando per i progetti di nuovi bacini di smaltimento rifiuti che incombono su Castegnato e Montichiari. Dal pubblico invettive al vetriolo per ogni livello istuzionale: nel mirino il silenzio assordante del Governo Monti sui problemi ambientali, la Giunta della Regione travolta dalle inchieste su corruzione legate alle discariche e l’ambiguità della Provincia «incapace di prendere posizioni nette e chiare su progetti devastanti come le discariche Bosco Stella». I cittadini, hanno osservato i rappresentanti dei comitati, hanno due armi a disposizione: «la mobilitazione e il voto che dovrà punire quei politici bresciani conniventi con gli interessi di cavatori e holding dello smaltimento rifiuti». Le prove generali di una protesta decisa ad alzare il tiro è fissata per il 24 aprile quando una delegazione di Sos Terra incontrerà i vertici del Pirellone a Milano. «E stavolta – ha annunciato Rosa – non lasceremo il palazzo della Regione senza avere risposte chiare sul destino dei progetti degli impianti di trattamento di amianto proposti da Aspireco e Padana Green». Daniela Mazzuconi e il senatore Marco Stradiotto, membro della Commissione Finanze e tesoro hanno contenuto l’onda dell’anti-politica. «Non facciamo parte di questo Collegio e quindi non siamo qui per raccogliere voti – ha osservato Stradiotto -: abbiamo partecipato alla tavola rotonda per confermare la gravità della situazione di Montichiari ma anche per sollecitare cittadini e comitati a un pressing asfissiante sulle istituzioni: in questo territorio va radicalmente cambiata la filosofia di approccio a urbanistica, edilizia e rifiuti, altrimenti sarà la popolazione a pagare un conto pesantissimo».

fonte: BresciaOggi

N.D.R.

Nel dicembre del 2011 il Consiglio regionale lombardo a larghissima maggioranza (con l’astensione di SeL)  approvo’ il  piano d’area di Montichiari, dopo le osservazioni degli Enti locali e dei diversi soggetti interessati. Il Piano, di cui è era stato relatore Mauro Parolini (PdL), aveva l’obiettivo di armonizzare lo sviluppo dell’aeroporto con quello del territorio,   anche attraverso la valutazione della sostenibilità ambientale delle attività aeroportuali e del loro indotto. I Comuni interessati dal sedime aeroportuale e quindi direttamente coinvolti sono: Castenedolo, Ghedi, Montichiari e Montirone. Il Piano però riguarda un territorio più ampio e complesso, che non si esaurisce nei limiti amministrativi dei Comuni . L’area interessata dal Piano, circa 49 km quadrati, coinvolge direttamente la provincia di Brescia e indirettamente anche la provincia di Mantova (per quanto riguarda per esempio le rotte di passaggio degli aerei). Per questo il Piano si propone una visione d’insieme che comprende i processi insediativi, il sistema infrastrutturale, i siti aeroportuali e i caratteri permanenti del paesaggio. Quanto alla loro natura “giuridica”, i piani regionali d’area sono strumenti attuativi del Piano territoriale regionale (PTR),  atti di programmazione relativi a particolari territori,  interessati da trasformazioni rilevanti e considerati importanti per le strategie di sviluppo regionale. I Piani d’area vanno condivisi con gli Enti Locali del territorio cui si riferiscono e definiscono  i criteri del reperimento e della ripartizione delle risorse, la disciplina degli interventi sul territorio stesso, oltre che  le forme di compensazione e ripristino ambientale.

Il Piano d’area deve raccordarsi con gli altri strumenti di programmazione, quali per esempio il Piano di Governo del Territorio, i Piani cave e i Piani per la gestione dei rifiuti. Al proposito (su proposta iniziale dei consiglieri PD Gian Antonio Girelli e Gianbattista Ferrari e con un emendamento del relatoreParolini) si  vieta, all’interno dell’area del Piano,  la creazione di nuovi ambiti estrattivi e l’apertura di nuove discariche .
Una delle chiavi del piano è la previsione di un costante monitoraggio  relativo non solo allo sviluppo aeroportuale, ma anche alle infrastrutture, alle trasformazioni territoriali ,  alla qualità dell’aria e dell’acqua , alle emissioni climalteranti, all’energia, alla mobilità e alla tutela del suolo, della salute umana e della biodiversità. Sull’argomento sono intervenuti anche i consiglieri Pierluigi Toscani (LN), Gianmario Quadrini (UdC), Francesco Patitucci (IdV), Ugo Parolo (LN), Francesco Prina (Pd), Margherita Peroni (PdL) e l’Assessore Daniele Belotti.

 

 

 

 

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