Circa l’80% dei rifiuti prodotti ogni anno nel nostro paese è di natura industriale, la cui gestione è lasciata al libero mercato . Ed è qui che si sono realizzati i processi di accumulazione illegale di capitali e le alleanze piu’ scellerate.Parlare di gestione criminale dei rifiuti tossici – e anche radioattivi- significa parlare del lato oscuro del capitalismo occidentale. L’altra faccia della medaglia che nessuno finora ha raccontato.
Sono stati armati e coccolati dall’intera classe dirigente di questo paese. I “mercanti di veleni” sono una costola del capitalismo. O meglio, ne sono stati la premessa. Sono il tratto tipico dell’economia criminale, sono delinquenti ma anche imprenditori spavaldi e pronti a tutto, conoscono le leggi e le sanno violare, frequentano i salotti della politica con i suoi ammiccamenti, conoscono i paesi con le loro strade, chi comanda e chi soggiace, le discariche da usare e riusare, le campagne da violentare, fiumi, torrenti, cave e semplici terreni da avvelenare e maledire. Hanno come paravento aziende e inestricabili intrecci societari. Come moderni carovanieri riempiono camion e camion, attraversando in lungo e in largo la penisola. Come i trafficanti di droga seminano morte, ma non fanno notizia, non creano allarme sociale. Quella di Antonio Pergolizzi è un’inchiesta a tutto tondo che parte da lontano, ovvero da quando colpevoli scelte politiche e industriali hanno lasciato per decenni l’Italia in una sorta di limbo dove non c’erano leggi e, quando c’erano, non si applicavano. In questo limbo si sono create le condizioni ideali per favorire il mercato illegale e il business delle ecomafie.
Antonio Pergolizzi è giornalista e scrittore. Dal 2006 è coordinatore dell’Osservatorio Ambiente e Criminalita’ di Legambiente. Dal 2008 collabora con la collana di romanzi di ecomafie noir VerdeNero.