A2a : come spostare l’attenzione dal problema vero

Il dato di partenza è questo : il cosiddetto termovalorizzatore ( termine bandito dall’Unione Europea ) è stato pensato per bruciare 270.000 tonnellate di rifiuti bresciani ordinari all’anno. Di fatto ne brucia 800.000 provenienti da ogni dove, restituendo 170.000 tonnellate di rifiuti speciali  (meno ingombranti, ma molto più tossici e pericolosi di quelli di partenza) sotto forma di ceneri e polveri recuperate dai filtri per l’abbattimento dei fumi. La materia non si crea e non si distrugge, come ben spiegato nel film “ SPORCHI DA MORIRE “  proiettato il 13 agosto scorso alla Festa di Radio Onda d’Urto,  quindi le 600mila tonnellate che mancano all’appello sono finite nell’aria. Vapor acqueo, anidride carbonica, e porcherie di ogni sorta. L’istituto Mario Negri, e ogni tanto l’ARPA (che ne avrebbe il dovere legale ma ha sempre preferito girare alla larga), due volte all’anno fanno controlli sulle emissioni. C’è da scommettere che quei due giorni sono gli unici in tutto l’anno in cui a Brescia si respira aria. La centralina di via Bettole, non lontana dall’inceneritore, venne spenta di corsa e mai più riaccesa quando ci si accorse che segnalava la maggior concentrazione di pm10 di tutta la Lombardia.

Una corte di scienziati plaudenti ha dimostrato che si tratta dell’ottava meraviglia del mondo (del resto successe anche al Titanic e alla diga del Vajont), che non solo non inquina ma addirittura pulisce l’aria, che consente di risparmiare emissioni di anidride carbonica, che ha un’efficienza energetica al limite del moto perpetuo. Un dato certo e misurabile è che ai suoi tempi d’oro ha fruttato ai suoi azionisti, comune di Brescia incluso, 60-70 milioni di euro di incentivi dello stato italiano ogni anno. Senza i contributi si sarebbe fermato tutto in 24 ore. Siccome gli incentivi valgono per otto anni, quelli per le prime due linee si sono esauriti, e tra poco lo saranno anche quelli per la terza linea. Da quel momento in poi, l’inceneritore si farà arrivare rifiuti solidi urbani da tutta Italia, facendosi pagare per farli sparire. Abbiamo già cominciato, fregando all’inceneritore di Dalmine i rifiuti di Bergamo grazie ad un’offerta di 92 euro a tonnellata contro i 140 che chiedeva Dalmine. Alla fine l’Italia sarà divisa in due: chi si fa concorrenza al ribasso per poter bruciare i rifiuti degli altri, e chi spedisce agli altri i propri rifiuti valutando con attenzione l’offerta migliore.

Si bruciano i rifiuti per produrre energia elettrica e teleriscaldare Brescia? Fotovoltaico e solare termico in questi giorni di caldo afoso darebbero sicuramente una migliore resa da un punto di vista dell’efficienza energetica  . Tra l’altro il teleriscaldamento è fornito al 50% dalla centrale Lamarmora che funziona ad olio combustibile e carbone e che si trova sostanzialmente in mezzo ad un quartiere densamente abitato. Economicamente il bilancio è aggravato dal fatto che per raccattare contributi nell’impianto di A2A  ci si butta dentro di tutto e di più senza criterio. In mezzo al resto brucia un 28 % di carta, cartone, e legno, senza il quale l’impianto non funzionerebbe: la benzina dell’inceneritore è quella. Ma senza l’impiccio di tutto il resto della spazzatura, un impianto dedicato potrebbe bruciare carta e legno con ben maggiore efficienza energetica. L’inclusione di un 8 % di metalli (materia non combustibile, pericolosa nell’aria e nelle ceneri e riciclabile con notevole mercato), e soprattutto di un 30 % di umido (impiccio colossale alla combustione, e materia richiesta per il riciclaggio in compost) la dice tutta sull’assurdità di un meccanismo in cui grazie agli incentivi diventa conveniente inzuppare d’acqua e appesantire col ferro la roba da bruciare, per farsi pagare di più.

Il risultato finale è devastante sotto tutti gli aspetti: a Brescia c’erano 270mila tonnellate di rifiuti “normali” all’anno e ora ce ne sono 170mila di ceneri pericolose e tossiche (in quanto piene di metalli e altre sostanze che non ci dovrebbero stare), che finiscono metà in cementi tossici e metà in discarica. L’atmosfera si riempie di ogni genere di porcherie che nessuno ha il coraggio di controllare con serietà. Materiali da riciclaggio che hanno uso industriale ed agricolo vengono sbattuti nella formace al solo fine di aumentare le cifre su un registro. Si fa finta di produrre energia ed invece sottraiamo combustibile a dispositivi più efficienti.   L’obiettivo del 65% di raccolta differenziata entro la fine del 2012 cosi’ come ci viene chiesto dall’Unione Europea è ben lontano . La verità  è che siamo fermi al  40%  oramai da 5 anni.  Altro che Green Economy.

Brescia è una delle citta’ piu’ inquinate d’Europa e i dati sanitari sulla popolazione lo dimostrano ampiamente.  Non solo la qualita’ dell’aria è pessima: abbiamo le falde contaminate dal cromo esavalente e i terreni  dal PCB che grazie alla catena alimentare sono presenti in quantità significativa nel sangue dei bresciani. Ci sono poi le discariche di amianto e quelle di materiale radioattivo da bonificare.

In questa situazione “ fuori controllo” e “ vicina al punto di non ritorno “ , giusto per citare alcune dichiarazioni  recenti rilasciate da persone estremamente competenti sul tema, appare assolutamente fuorviante il dibattito sviluppato sugli organi di informazione in merito al nuovo impianto che A2a vorrebbe progettare per smaltire il prodotto dell’inceneritore . Il problema vero non è che tipo di impianto sara’, dove sara’, o se è lecito che A2a abbia convocato i comitati per informarli “ che l’inquinamento è a norma di legge “. Il problema vero è che la logica dell’incenerimento va’ superata con la politica dei “ rifiuti zero “ , con il recupero totale “ delle materie prime di seconda generazione “, con lo sviluppo del porta a porta e l’obbligo per aziende e siti produttivi di dotarsi delle migliori tecnologie oggi disponibili sul mercato per l’abbattimento dei fumi.

Nei prossimi mesi proseguiremo la battaglia iniziata il 17 marzo scorso con la manifestazione provinciale LIBERIAMO ARIA ACQUA SUOLO . Continueremo a chiedere il  riconoscimento dello stato di emergenza ambientale per Brescia e Provincia  , lo stop alla costruzione di nuovi impianti nocivi e inizieremo la nostra campagna per il superamento della logica dell’incenerimento dei rifiuti.

Ricordiamo che la prossima riunione della Rete Antinocivita’ sara’ lunedi 10 settembre alle 21.00 presso la sede di via Saleri 19.   

 

 

 

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