BRESCIA: IL ” PRIVILEGIO” DELL’ARIA PIU’ INQUINATA DELLA LOMBARDIA ( E QUINDI D’EUROPA…)

 

Anche noi siamo riusciti a fotografare la “nube marrone”, brown cloud, che sovrasta  la pianura Padana, catturata in immagini a Modena  dal meteorologo Luca Lombroso e da poco oggetto di studio della rete internazionale Share-Cnr, come uno dei “casi” più clamorosi di inquinamento dell’aria (NubeMarrone.pdf).  Del resto, da tempo le ormai famose immagini del satellite ci mostrano la pianura Padana sempre “rossa di vergogna” per gli eccessi di ossidi di azoto (EuropaNOx.pdf). E’ un record planetario che condividiamo con poche altre aree.
Brescia è collocata al centro di questa gigantesca “camera a gas” cui è ridotta la pianura Padana e, se approfondiamo l’analisi dei dati disponibili, eccelle in negativo per la pessima qualità dell’aria.  Lo smog, come è noto, ha diverse origini riconducibili soprattutto alle emissioni industriali, al traffico e al riscaldamento domestico.

A Brescia città nel 2005 il Comune, con il supporto della “modellistica” della Facoltà di ingegneria, ha pubblicato uno studio, finanziato da Asm di cui è proprietario e che è responsabile di importanti emissioni (inceneritore, centrale a carbone);  ovvie le conclusioni, anche se piuttosto indecorose: il polo energetico Asm contribuirebbe per l’1% all’inquinamento dell’aria! (AriaAsm.pdf).

La realtà, ovviamente è ben diversa. Per questo alcuni Comitati, nel 2006, hanno elaborato un’analisi generale sull’inquinamento dell’aria a Brescia e su come occorre farvi fronte: riduzione drastica delle emissioni industriali, sia applicando le migliori tecnologie disponibili, sia ridimensionando i settori a forte impatto emissivo e bloccando  nuove autorizzazioni (centrale termoelettrica di Offlaga e Asm di Brescia; raddoppio Italcementi…); riduzione del traffico veicolare commerciale attraverso la prevenzione con il ridimensionamento dei settori a forte impatto trasportistico,  e di quello privato promuovendo e sviluppando la metropolinizzazione dei collegamenti ferroviari, con il conseguente abbandono di qualsiasi nuova infrastruttura viaria; in questo contesto il centro storico di Brescia deve diventare zona riservata ai pedoni (AriaComitati.pdf). Purtroppo il Comune di Brescia, timido nell’estendere la pedonalizzazione (BresciaZTLeliminate.pdf), si è dimostrato invece temerario nel costruire un’inutile e costosissima metropolitana urbana (MetropolitanaNo.pdf)!
Gli stessi Comitati, di fronte all’ennesima emergenza PM10 inviavano una diffida a tutte le autorità perché si assumessero alcuni provvedimenti urgenti (AriaDiffida.pdf).
Aprivano anche una vertenza con Arpa, risultata inconcludente per la mancanza di risposte e di interventi della nuova Direzione dell’Arpa di Brescia (AriaArpa.pdf).

Il 23 giugno 2007, con altri Comitati della provincia, veniva organizzato un importante convegno, Brescia: industria, qualità dell’ambiente e salute. Contraddizioni e prospettive. In questo convegno si dimostra come le emissioni dall’industria a Brescia ed in altre aree industriali  della provincia siano responsabili per oltre il 50% dell’inquinamento dell’aria, come il problema venga troppo spesso rimosso e come si possa intervenire per una loro drastica riduzione (AriaIndustrie.pdf).

Nel 2008 riprende la “vertenza Arpa”, dopo l’allontanamento del Direttore responsabile della paralisi dell’attività: con la nuova Direzione si tengono due incontri in maggio, in cui si discute in particolare della centralina per le PM10 soppressa inspiegabilmente nella zona sud-est di Brescia, la più inquinata (Alfa Acciai, Inceneritore Asm, Ecoservizi) e si sollecita l’Arpa a ripristinarla con urgenza (AriaArpaCentralina.pdf).
Non ancora riavutosi dallo shock della disfatta elettorale registrata in Brescia città dai Verdi (dopo due legislature all’assessorato all’Ecologia dimezzati i consensi!),  l’ambientalismo istituzionale sembra occuparsi solo di conservare quel poco ereditato dalla precedente giunta comunale “amica”, ovvero le zone a traffico limitato, ignorando del tutto gravi situazioni come il “caso Caffaro”, il più grande inceneritore d’Europa, il polo energetico A2A, l’Alfa Acciai. Ecco, quindi, che  i Comitati ambientalisti indipendenti,  il 21 luglio 2008, presentano al sindaco ed alla nuova Amministrazione  un memorandum sulle principali emergenze ambientali di una delle città più disastrate (
BresciaEmergenzeAmbientali.pdf).
In agosto 2008, come noto, si sono tenute a Pechino le olimpiadi, precedute e accompagnate da un gran strombazzare della stampa italiana sulla “cappa di smog” che sovrastava la città e che metteva a rischio la salute degli atleti. Nessuno si è accorto che nelle stesse condizioni vivono milioni di italiani in Pianura Padana 
(PianuraPadanaCinaSmog.pdf).
Settembre 2008: nuovo capitolo dell’annosa “vertenza Arpa”. Si ripropone il tema controverso della centralina per le PM10 soppressa “inspiegabilmente” (?) nella zona sud-est di Brescia, la più inquinata (Alfa Acciai, Inceneritore Asm, Ecoservizi): anche la nuova Direzione dell’Arpa fa orecchie da mercante, (AriaArpaCentralinaRisposta.pdf), ma i Comitati insistono perché venga ripristinata con urgenza (AriaArpaCentralinaComitati.pdf).

Il 27 febbraio 2009, i Comitati degli “ambientalisti indipendenti” hanno reso pubblica la notifica inviata a tutte le autorità competenti con la quale intimano di intervenire in tempi brevi, con provvedimenti drastici, per riportare i superi di PM10 entro i 35 giorni all’anno (a Brescia già raggiunti il 18 febbraio, 4 giorni prima di Milano) e diffidano le stesse autorità dall’autorizzare la nuova megacentrale Asm prevista nella città di  Brescia (AriaCentralePM10Diffida.pdf).  

 

Il 18 maggio 2009 i Comitati incontrano l’ennesimo “nuovo” (il quarto in pochi anni) Direttore dell’Arpa di Brescia, al quale ripropongono le problematiche irrisolte dell’inquinamento dell’aria a Brescia (AriaArpa2009.pdf).
Con la stagione anticipatamente calda, maggio 2009, ai tradizionali inquinanti che ammorbano l’aria di Brescia a livelli record (PM10, PM2,5 e diossine), si aggiunge l’ozono a minacciare la salute dei bresciani
(AriaOzono.pdf)
In luglio 2009 vengono resi pubblici i dati sulla seconda campagna di monitoraggio delle diossine nell’aria ambiente di Brescia: si conferma una situazione preoccupante per cui si impone la drastica riduzione delle emissioni degli impianti attivi (inceneritore, siderurgiche)
(DiossineAriaBrescia2009.pdf).

L’anno 2009 si chiude con la conferma di un inquinamento dell’aria di Brescia da PM10 da record: il limite di legge di 35 giorni di supero dei 50 μg/m3 è stato oltrepassato per ben tre volte, mediamente al di sopra dei 100 giorni. (PM10AriaBrescia2009.pdf), mentre il satellite della Nasa americana ci conferma la criticità da record della pianura Padana per gli  ossidi di azoto, precursori delle PM10 (EuropaNOxDicembre2009.pdf).

I problemi delle PM10 e delle diossine nell’aria ambiente di Brescia, tra il febbraio ed il marzo 2010,  vengono sottoposti all’attenzione dell’Amministrazione comunale e dell’Arpa di Brescia(AmbienteBresciaAslEcologia2010.pdfAmbienteBresciaArpa2010.pdf)

dopo che gli stessi Comitati, il 28 gennaio 2010, hanno presentato un Esposto-denuncia alla Magistratura per il rispetto del limite dei 35 giorni delle PM10.
Nel 2010, solo nella prima parte fredda dell’anno, si sono registrati già 60 giorni di supero delle  PM10, quasi il doppio del limite di legge. Per questo alcuni Comitati, il 7 giugno,  hanno  richiamato l’Amministrazione comunale alle sue responsabilità (AriaComune2010.pdf).

Dopo la Manifestazione del 20 marzo 2010 davanti al Pirellino, promossa da alcuni Comitati (AmbienteBresciaManifestazione2010.pdf), è emersa l’esigenza di confrontarsi su un’ipotesi di piattaforma comune  sulla cui base rilanciare l’iniziativa a livello provinciale (AmbienteBresciaPiattaforma2010.pdf).

L’estate 2010 conferma che a Brescia non solo in inverno l’aria cittadina è inquinata, in particolare da PM10, ma che anche nella stagione calda respirare è problematico, soprattutto per i soggetti più deboli (bambini, anziani, malati cronici). Il killer, in questo caso, è l’ozono (forte irritante delle vie respiratorie), rilevato dalla sola centralina di via Ziziola, e che colloca Brescia tra le città con più alte concentrazioni nell’aria. Poiché l’ozono è il risultato di processi fotochimici a carico dei biossidi di azoto, favoriti dalle alte temperature al suolo, si può ben comprendere come la città di Brescia si presti al verificarsi di questo fenomeno: in città, anche in agosto, sono generalmente operativi l’inceneritore e la centrale a carbone di a2a, che richiedono di disperdere il calore nel teleriscaldamento aumentando artificiosamente la temperatura media cittadina; quindi, alle emissioni di biossido di azoto si associa l’anomalo surriscaldamento della città, condizioni favorevoli alla formazione di ozono nell’aria. (AriaOzono2010.pdf).

Del resto, come già avevamo segnalato, Brescia è la terza città europea con l’aria più inquinata (AriaBresciaRecord2010.pdf).La conferma viene dall’Istat che pubblica i risultati dell’analisi sulla qualità dell’aria in 221 città europee desunti dal database AirBase dell’Agenzia europea per l’ambiente (Eea). I dati, riferiti agli anni 2004-2008 e alle centraline di fondo urbano, sono sintetizzati in un unico indicatore, definito dal numero medio di volte in cui le città superano i limiti di legge. Nel 2008 la qualità dell’aria respirata a Brescia è stata di 2,3 volte superiore ai parametri, facendo registrare il terzo dato peggiore a livello europeo, che la colloca al 219° posto su 221 città (PM10BresciaRecordEuropeo.pdf). La situazione è di estrema gravità e non basta a fronteggiarla la pur giusta richiesta di conservare e valorizzare il poco verde urbano rimasto: bisogna intervenire drasticamente per ridurre le emissioni industriali ed il traffico veicolare.

Nel frattempo, l’importanza dei danni alla salute delle PM10 e dello smog emerge con sempre maggior evidenza: al fondamentale lavoro di ricerca su 13 città italiane, pubblicato dall’Apat nel 2007 (PM10Apat2007.pdf), si sono aggiunti, nell’estate 2010, due altri studi licenziati dal Politecnico di Milano e dall’Università Bicocca, sempre di Milano. Secondo il primo, un’esposizione a livelli elevati di PM10 per 7 giorni provocherebbe la riprogrammazione del Dna con probabili effetti sullo stesso genoma umano (PM10PolitecnicoDna.pdf). La ricerca licenziata dall’Università di Milano Bicocca (PM10BicoccaDanniSalute.pdf) ha approfondito sia la composizione del particolato (PM10BicoccaComposizione.pdf), qualitativamente diversa tra il periodo invernale e quello estivo, sia i diversi effetti sulla salute, studiati attraverso indagini epidemiologiche, o in vitro in laboratorio (PM10BicoccaRisultatiVitro.pdf).

Anche l’anno 2010 si chiude con la conferma di un inquinamento dell’aria di Brescia da PM10 da record: il limite di legge di 35 giorni di supero dei 50 μg/m3 è stato oltrepassato mediamente per quasi tre volte, mentre l’Unione europea ci deferisce, per questa grave inadempienza, alla Corte di Giustizia. (PM10AriaBrescia2010.pdf

 

A metà gennaio 2011 viene pubblicata un’indagine dell’Arpa di Brescia sulle diossine a San Polo. (DiossineSanPoloArpa1.pdf; DiossineSanPoloArpa2.pdf). Una lettura critica ne evidenzia limiti e contraddizioni: da un canto l’anomala metodologia adottata non permette di confrontare i dati con precedenti indagini; dall’altro si è fatto l’impossibile per non coinvolgere l’inceneritore A2A, tradizionale “tabù”.
(DiossineSanPoloCommento.pdf).

 

Nel 2011, il 6 febbraio, vengono consumati i 35 giorni di supero delle PM10, indicati come limite annuo per la tutela della salute, 7 giorni prima che nel 2010 e 13 giorni prima del 2009: dunque sembra che la situazione sia in continuo peggioramento, attestando il fallimento dei provvedimenti tampone d’emergenza assunti dalle Aministrazioni locali. E’ sempre più chiaro che occorre una strategia che consegua una riduzione drastica e strutturale delle combustioni (e relative emissioni) in Pianura padana (PM10CheFare.pdf). Anche per questa ragione i Comitati riprendono il confronto con l’Arpa, con un primo incontro il 16 febbraio (AriaArpa2011pdf), che verrà aggiornato in giugno.

Anche nel corso del 2011 vengono pubblicati studi e notizie sui danni alla salute provocati dalle PM10 e dallo smog. Uno studio mette in evidenza come lo smog possa interferire sul DNA (SaluteSmogDna.pdf). Ma sono in particolare i bambini a soffrire per l’inquinamento ambientale: allarmata la denuncia ai primi di febbraio della Soicetà italiana di Pediatria per le PM10 (SaluteBambiniPM10.pdf); nel contempo si conferma il continuo aumento dei tumori infatili, in particolare nel primo anno di vita e a Brescia (SaluteBambiniTumoriBrescia.pdf).

L’anno 2011 si chiude con un ulteriore peggioramento rispetto al 2010 per i giorni di supero delle PM10: ennesima conferma del totale fallimento dei vari Piani di emergenza messi in campo dalle Istituzioni. Non rimane che un doveroso intervento della Magistratura teso a tutelare la salute dei cittadini. (PM10AriaBrescia2011.pdf)

 

da ambientebrescia.it

https://www.ambientebrescia.it/news.html

 

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