CROMO A NORMA DI LEGGE

Cromo nei limiti nei pozzi della zona sud. Lo dice l’Asl che con A2A dal 2 agosto sta effettuando un monitoraggio straordinario. Sei dei pozzi interessati alimentano l’acquedotto cittadino, mentre quattro attualmente non sono inseriti nella rete di distribuzione dell’acqua
destinata al consumo umano. Il controllo dei parametri chimici si è ritenuto necessario per valutare l’eventuale variazione dei livelli di cromo totale ed esavalente presenti nella falda, dovuta a focolai di inquinamento esistenti. Fino al 24 agosto l’Asl e A2A hanno effettuato ciascuna 80 campionamenti con 160 esami eseguiti.
Il laboratorio di sanità pubblica dell’Asl e i laboratori di A2A hanno registrato la presenza a bassa concentrazione di cromo totale ed
esavalente nei pozzi collegati al pubblico acquedotto controllati. I valori riscontrati dalle analisi sono infatti inferiori o uguali a 10 microgrammi per litro, ampiamente sotto limite di 50 microgrammi per litro, stabilito dal Decreto Legislativo 31/01.
“Analizzata la situazione attuale”, afferma il direttore generale dell’Asl Carmelo Scarcella, “l’acqua erogata nel comune di Brescia è conforme ai valori previsti dalla normativa vigente. I controlli proseguiranno per tutta la settimana”, aggiunge, “mentre nel corso del mese di settembre valuteremo la situazione per stabilire nuovamente la frequenza e il numero di campionamenti. A queste ispezioni si sommano quelle routinarie effettuate sia dall’Asl che dall’ente gestore A2A.
Il monitoraggio, per quanto attiene il comune Brescia, riguarda i 26 “punti rete” (punti di controllo fisso della rete idropotabile), i 42 pozzi e le tre sorgenti, valutando tutti i paramenti, sia microbiologici che chimici. Le analisi dei campioni di acqua sono finalizzate a riscontrare l’eventuale presenza di microorganismi che sono indicatori di contaminazione microbiologica (in particolare di natura fecale), o chimica, che può derivare da fenomeni naturali o da attività antropiche (fonti di inquinamento).
In caso di non conformità l’Asl, dopo aver valutato il possibile rischio per la salute umana, interviene affinché l’Ente gestore adotti provvedimenti volti a ripristinare la qualità delle acque distribuite, determinando, se necessario, anche la sospensione della fornitura di acqua potabile e l’attivazione di forniture di emergenza per i tempi indispensabili al ripristino della sicurezza idropotabile dell’acqua distribuita. Da gennaio al 24 agosto sono state eseguite dall’Asl 1.831 analisi microbiologiche, mentre 19.658 sono state effettuate da A2A.

da quibrescia.it

 

Pozzi a sud, il cromo è a norma di legge. Ma alto

Al Villaggio Sereno e Chiesanuova livelli inferiori ai 10 microgrammi/litro. Ma in Usa è un valore non tollerato per i bimbi

Analisi di Asl e A2A

Pozzi a sud, il cromo è a norma di legge. Ma alto

Al Villaggio Sereno e Chiesanuova livelli inferiori ai 10 microgrammi/litro. Ma in Usa è un valore non tollerato per i bimbi

I livelli di cromo presente nei pozzi sud della città, che alimentano l’acquedotto, sono in calo e sotto i limiti di legge. La conferma arriva dal monitoraggio straordinario effettuato da Asl e A2A, che in agosto hanno eseguito 80 campionamenti nei sei pozzi attivi ed in altri quattro scollegati (perché troppo inquinati). Nei pozzi attivi «I valori riscontrati dalle analisi sono inferiori o uguali a 10 microgrammi per litro, ampiamente sotto limite di 50 stabilito dal decreto legislativo 31/01» si legge in un comunicato dell’Asl. «L’acqua erogata nel comune di Brescia – spiega il direttore generale dell’Asl Carmelo Scarcella – è conforme ai valori previsti dalla normativa». Ma nei pozzi di Folzano 1 e 2 (scollegati dalla rete) il cromo VI raggiunge i 47 microgrammi, che scendono a 31 nel pozzo Sereno 2 (anche questo scollegato).

L’acqua dell’acquedotto per legge è potabile ma resta aperto il problema sollevato dai genitori e dai comitati di Chiesanuova e del Sereno, che ricordano la «contraddizione» con il decreto 471 del 1999, che pone come limite massimo di cromo VI (cancerogeno) alla falda soli 5 microgrammi per litro. E negli Usa l’Agency for toxic substances and disease control ha abbassato il limite massimo di assunzione giornaliera di cromo VI da 5 a 1 microgrammo per chilo di peso corporeo per esposizioni di media durata. Secondo questo studio, per un bimbo di pochi anni, 4 bicchieri d’acqua di un rubinetto di Chiesanuova sarebbero troppi.

Il raffronto con Treviglio – Curioso anche il paragone con l’inquinamento da cromo VI scoperto tre anni fa a Treviglio (Bg): lì per un quantitativo di 10 microgrammi/litro nell’acquedotto si sollevarono polemiche a non finire. Lo stesso ricercatore-farmacologo Garattini disse al Corriere in un’intervista che sarebbe stato meglio non berla quell’acqua.

dal corriere.brescia

 

commento su FB di Guido Menapace del Comitato Ambiente Brescia Sud

 Ci risiamo, ASL e A2A continuano a ribadire che l’acqua contenuta nei pozzi della zona sud, acqua che viene poi distribuita dalla rete nei rubinetti delle case dei bresciani, è a norma di legge. Come dissi già in un altro post, ci manca solo che l’acqua distribuita dalla rete pubblica sia “fuori legge”. Il problema è un altro: i valori che ASL e A2A comunicano (e che aspetto vengano pubblicati sul sito di ASL nello stesso pessimo modo di sempre), sono a norma secondo il Decreto legislativo 31/01, il quale stabilisce i valori limite per il Cromo, e non per il Cromo esavalente. Attenzione: non è una differenza da nulla, perché il cromo esavalente E’ CANCEROGENO, mentre il cromo trivalente (comunemente chiamato solo cromo) non lo è.
A me sembra logico pensare che una sostanza cancerogena NON dovrebbe essere presente in ciò che mangio o che bevo, e soprattutto non dovrebbe essere presente in un alimento (l’acqua) destinata anche ai bambini più piccoli. E infatti, ripeto, il Decreto legislativo 31/01 fissa il limite di 50 microgrammi/litro SOLO per il cromo, e non specifica nulla, ma proprio nulla, sul cromo esavalente.
Ma non è nemmeno vero che non esiste una normativa che regola il cromo esavalente nell’acqua; infatti sulla Gazzetta Ufficiale del 15/12/1999 è stabilito il limite per il cromo esavalente per le acque sotterranee, cioè le acque presenti nella falda sotterranea, che è sempre fonte di acqua da distribuire nei nostri rubinetti. Ebbene, su questa Gazzetta Ufficiale (non sul bollettino parrocchiale, con tutto rispetto per quest’ultimo), è scritto chiaramente che il limite per il cromo totale è di 50 microgrammi/litro e il LIMITE PER IL CROMO ESAVALENTE E’ DI 5 microgrammi/litro.
Quindi, i 10 microgrammi/litro rilevati ad agosto (un caso?), periodo in cui la maggior parte delle attività industriali è chiusa per le ferie estive, mi preoccupano molto!

 

 

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