Progetto Lamifer Rezzato

Nel  consiglio comunale Rezzatese del 28 Giugno si voterà una suap(cioè un ampliamento  di attività produttiva concesso grazie a legge regionale), è il progetto Lamifer con un consumo di suolo agricolo di 60.000mq oltre al pgt(che i nostri politici spacciano per ecologico e a consumo di suolo minimo mentre è un vergognoso consumo del 12% di territorio, cioè campagna che diventa capannoni e null’altro di utile per il cittadino).
Questa suap verrà applicata in un terreno agricolo a treponti sulla gavardina(dietro la coop service di Virle), la cui destinazione d’uso passerà da agricolo a industriale, tra l’altro  Lamifer ha già acquistato il terreno, ancor prima dell’approvazione del progetto e ciò fa pensare a noi comuni cittadini a giochi di potere già predisposto dall’alto.
Si scopre poi, solo pochi giorni fa che il progetto lamifer non è un ampliamento produttivo solo della ditta stessa, ma i capannoni verranno frazionati e ci sarà spazio per un immenso Brico Center.
In questo caso saltano le motivazioni della suap che concedevano a lamifer di ampliarsi, perchè di fatto non avranno linee produttive creando posti di lavoro, ma solo rivenderanno a porzioni il terreno acquistato a pochi euro.
Com’è possibile che la nostra amministrazione comunale sia in procinto di votare per una speculazione edilizia che ci regalerà un ulteriore zona industriale deserta e un altro centro commerciale inutile?
Tutti gli accordi presi dal comune hanno un tornaconto per le casse:prima l’ampliamento itacementi con le sue compensazioni, ora il capannone alfa acciai nel pgt che concederà un area feste, l’inizio dei lavori al comparto 1 che sarà un nuovo quartiere(un sanpolino rezzatese), poi il parcheggio di omr in cambio probabilmente di un veicolo al comune, ora questa lamifer che forse piantumerà o sistemerà pezzi di ciclabile…ma al cittadino dopo decenni di amministrazioni di questo tipo cosa rimane:cemento, aria irrespirabile e record italiano per gli esuberi di pm10, cave e camion continuamente, capannoni vuoti per la crisi che colpisce chi davvero lavora, mentre agli speculatori e alle multinazionali rimangono lotti praticamente regalati.