A proposito di inquinamento a Brescia

denubnciateci tutti

Egr. direttore, scrivo a seguito delle polemiche, riprese dalla stampa, intercorse tra Asl di Brescia ed Ambientalisti in merito all’inquinamento della nostra città e delle aree vicine.
Colgo l’occasione per dire che sarebbe meglio evitare di parlare di «emergenza» perchè mi pare, di totale evidenza, che l’inquinamento di Brescia è certamente da considerare un fenomeno cronico che dura da molti anni ed il termine «emergenza» mi pare assolutamente impropio se non provocatorio per tutti noi, cittadini, vittime di questo disastro.
L’inquinamento bresciano è infatti un fenomeno globale e profondo con il coinvolgimento dell’aria, delle acque superficiali, del terreno e delle falde idriche.
Tale condizione incide inevitabilmente sulla saltute dei cittadini in maniere forse ancora da definire nell’entità, nella gravità e nella tipologia di patologia anche perchè gli effetti saranno probabilmente ritardati nel tempo e quindi da monitorare per lunghi tempi. Il dubbio di molti è che sulle conseguenze per la salute non sia stata detta tutta la verità.
Mi pare inoltre che minacciare querele contro gli ambientalisti sia da evitare perchè mi pare eccessivo che i cittadini oltre a subire i danni per il grave inquinamento debbano subire delle azioni legali da quelle istituzioni che avrebbero dovuto salvaguardare l’ambiente e forse non l’hanno fatto nella maniera migliore. Tutto ciò mi pare assurdo!
Questo è il momento di correre ai ripari con la massima urgenza e lasciare ogni polemica da parte.
Lasciamo alla magistratura il compito d’individuare le resposabilità che sono a più livelli.
Sotto questo aspetto voglio solo esprimere la mia convinzione: la politica, a vari livelli compresi quelli locali, ha gravi responsabilità per i pesanti danni inferti all’ambiente (dall’abusivismo, alla cementificazione sino ai disastri idrogeologici e all’inquinamento) con le inevitabili conseguenze sul piano economico, della salute ed anche sull’attività turistica (che stupidamente abbiamo dimenticato come una delle principali attività produttive insieme mall’industria e all’agricoltura). Inquinare aumenta i costi e riduce le entrare per lo Stato.
Vorrei infine fare una considerazione finale sul problema dell’acqua cosidetta «potabile», distribuita tramite l’acquedotto urbano. Ritengo la presenza d’inquinanti cancerogeni, ancorchè in misura variabile, un fatto gravissimo tale sicuramente da sconsigliare l’uso dell’acqua del rubinetto come bevanda, ma anche per la preparazione dei cibi ( penso alla pasta).
Mi stupisco dell’immobilismo delle Istituzioni( non solo di Brescia) che dovrebbero prendere concreti provvedimenti. Penso ad esempio alle mense scolastiche, e pubbliche in genere, dove sarebbe necessario (come in parte già avviene) utilizzare solo «acqua minerale». Nelle zone dove l’inquinamento è maggiore sarebbe opportuno distribuire acqua non inquinata nelle case specie se presenti giovani, che spesso sono quelli che bevono di più, e nei luoghi di lavoro.
Ancora mi chiedo se l’acqua distribuita è inquinata (potabile?) è giusto chiederne il pagamento? Non sarebbe corretto prevedere tariffe ridotte in modo da compensare la spesa dei cittadini e delle famiglie per acquistare «acqua minerale» per bere. Nel costo dell’acqua non cè solo quello della distribuzione, ma acque quello della fornitura di un prodotto a norma.
Concludo ricordando che la priorità resta l’individuazione delle fonti inquinanti sia in città sia nei dintorni per arrivare ad un punto 0, cioè quel momento in cui gli inquinanti immessi nel territorio siano ridotti o meglio bloccati in modo che i livelli d’inquinamento comincino a diminuire. Purtroppo oggi non c’è certezza che siamo a questo punto.
Non deve essere dimenticato inoltre l’obiettivo di caricare sugli inquinatori le spese, non certo contenute, delle bonifiche che inevitabilmente dovremo portare avanti per lunghi anni.
Francesco Falsetti
PRESIDENTE UNIONE MEDICI ITALIANI – BRESCIA

lettera al Bresciaoggi

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