Quelli che non mollano


Ci sono momenti in cui sono stanca e vorrei fare altro. Ci sono momenti in cui penso che questa guerra non finirà mai e mi assale la nausea… Fortunatamente, però, lo sconforto passa rapidamente. A volte basta poco per ricominciare: il sorriso di mia figlia, un bel tramonto, una passeggiata, due parole con persone che non conosco ma che sento vicine a me più di quanto avrei mai potuto immaginare. Sabato mi è successo questo. Durante il corteo/funerale di Buffalora un amico e compagno di lotta mi ha fatto conoscere tre persone. Di tre generazioni diverse. Accomunate dal legame di parentela e dalla vicinanza ad una fonte di nocività di cui nessuno parla mai: la Bonomi Metalli, una vecchia fonderia, in cui non si fonde più, ma che continua ad essere un deposito di rottami che arrivano da non si sa dove, diretti non si sa dove. Da 25 anni due di queste tre persone (la terza non era ancora nata) stanno combattendo una battaglia per salvare se stesse, i loro figli, i loro nipoti. Una di queste persone ha subito due interventi per due diversi tipi di tumore. Se le guardi e le ascolti non puoi rimanere indifferente..Non puoi pensare di fermarti. Da 25 anni queste persone non mollano. Non si stancano di denunciare tutto quello che accade nell’area che confina con la casa in cui abitano. Nel 1988 (la fonderia era ancora attiva) una infuocata assemblea che poteva diventare uno scontro tra poveri (gli operai della Bonomi Metalli da una parte, gli abitanti preoccupati dall’altra) diventa qualcosa di bello: la costruzione di una piattaforma per chiedere il rispetto della vita e dell’ambiente. Mi hanno passato la fotocopia di un articolo dell’epoca. C’era ancora il PCI, le ASL si chiamavano USSL…Gli anni passano, la fonderia chiude.. Ma l’area resta un deposito di rifiuti di ogni genere: i mezzi pesanti vanno, vengono, scaricano ogni sorta di schifezza… Nel 2009 una relazione allarmante dell’ARPA denuncia la presenza di rifiuti non segnalati da adeguata cartellonistica (si va dagli abiti dismessi, alle apparecchiature elettriche, ai rottami ferrosi), di cui il proprietario (sic!!) non è in grado di fornire indicazioni precise.. Dice che i materiali sono di provenienza estera (stiamo parlando anche di metalli, ed il pensiero corre ai metalli radioattivi provenienti dall’ex Unione Sovietica…a Brescia, lo si sa, sono arrivati treni interi carichi di metalli radioattivi destinati alle fonderie locali..). Nella stessa relazione, l’ARPA segnala l’assenza di un portale per il controllo radiometrico…Sono passati 25 anni, ma le persone che ho conosciuto sabato continuano a combattere, perchè sanno che non ci si può fermare quando si lotta per la propria vita, per la vita dei propri figli…Sono passati 25 anni e gli inquinatori continuano ad inquinare e le istituzioni continuano a fare finta di non sapere e se cerchi di scuoterle, perchè, santo dio, è un tuo diritto pretendere di vivere in un ambiente sano, trovano mille scuse e mille cavilli per continuare a non fare nulla…Per questo dobbiamo lottare: se nessuno tutela la nostra vita ed il nostro territorio, dobbiamo farlo noi in prima persona. Per istinto di sopravvivenza. E perchè è giusto farlo.

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