In un articolo pubblicato su Le Monde si fa luce su qualcosa che in Italia viene ancora taciuto o a cui non si da la giusta risonanza: è stato riconosciuto scientificamente un nesso di causalità tra l’uso e l’esposizione a pesticidi e l’insorgenza del Parkinson.
Il Parkinson è una malattia degenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer che conta in Italia 6 mila nuovi casi all’anno. Si tratta di una patologia che non colpisce solo anziani, come spesso si crede. Il Parkinson non fa alcuna differenza di sesso o di età.
Proprio su questo argomento si è interrogato il Parlamento francese che, il 7 maggio scorso, ha emanato un decreto dove veniva ufficialmente riconosciuto questo nesso. Si tratta di un primo passo avanti non solo per la ricerca ma anche per alcuni cittadini che, adesso, potranno cominciare delle cause per avere il giusto riconoscimento di indennità per malattie non comprese nella tabella dell’INAIL. Tuttavia la dimostrazione dell’esposizione (durata e modalità) a queste sostanze spetta unicamente al malato. In Italia la situazione è ancora confusa, ma l’AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) ha commentato con soddisfazione il decreto francese affermando che si tratta di “un percorso cui dar seguito in Italia aggredendo radicalmente le problematiche legate a produzione, uso e residui dell’agrochimica. Un esempio da seguire, dunque e una strada, quella dei pesticidi, da abbandonare”.
A Noicàttaro inoltre, lo scorso 27 maggio si è tenuto il convegno “Parkinson – Agricoltura e Ambiente dalla parte dei soggetti a rischio”. Durante l’incontro è intervenuto il dottor Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei Medici di Bari parlando dell’importanza “degli anticrittogamici, fondamentali per gli agricoltori che, senza il supporto di centri di ricerca, hanno fatto considerevoli passi in avanti nella tecnica e nelle tecnologie applicate all’agricoltura”. Tuttavia durante lo stesso convegno la dottoressa Acquasanta, medico legale, ha approfondito il discorso sulle nuove tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura sottolineando in particolar modo le malattie derivanti dall’esposizione ad anticrittogamici e antiparassitari. Nelle tabelle dell’INAIL erano presenti inizialmente 24 malattie, in seguito ridotte a tre in quanto alcune leggi hanno vietato l’uso di alcune sostanze. Ciò non toglie che i soggetti tutt’ora in vita ed affetti da alcune di queste malattie tra cui il Parkinson potrebbero aver sviluppato la malattia proprio a causa di queste esposizioni e, per questo, lo stesso paziente deve procurarsi le prove di questa esposizione e cominciare un procedimento privato
Il convegno si è tenuto proprio a Noicàttaro in quanto questo comune fa parte del cosiddetto “quadrilatero dell’uva che comprende anche i comuni di Adelfia, Rutigliano e Mola di Bari. Proprio sulla produzione dell’uva il quadrilatero basa una grossa fetta dell’economia locale e per questo la sensibilità all’argomento è particolarmente elevata.
Le malattie derivanti dalle esposizioni a pesticidi sono diverse, non solo il Parkinson, ma anche la sterilità maschile ed il linfoma non Hodgkin.