SABATO 9 MAGGIO MANIFESTAZIONE NO TAV A CASTELNUOVO DEL GARDA

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Si è tenuta mercoledi 5 maggio , congiuntamente a Verona e Brescia , la conferenza stampa di presentazione della passeggiata popolare No Tav di sabato 9 maggio che si terra’ a Castelnuovo del Garda . Appuntamento alle 15.00 in Piazza Liberta’. Si tratta della quarta manifestazione organizzata dal Coordinamento No Tav Brescia – Verona nell’arco degli ultimi otto mesi e questa arriva dopo la messa in onda della puntata di Report di domenica scorsa che mette in luce e in risalto il malaffare che si cela dietro al Sistema delle Grandi Opere.

Report si è infatti occupato dell’inchiesta partita dalla Procura di Firenze nel 2013 e che ha portato all’arresto di Ercole Incalza il 16 marzo 2015.

Chi è Ercole Incalza: sovrintendente dal 2001 del ministero delle Infrastrutture, ha attraversato 7 governi diversi sopravvivendo a 14 inchieste, decideva lui come e quali opere finanziare.
L’unico ministro delle Infrastrutture che non lo ha voluto fu Di Pietro. Il dimesso ministro Lupi invece aveva persino minacciato di far cadere il governo pur di proteggere la struttura guidata da lui.

Nell’inchiesta c’è anche il ruolo di Francesco Cavallo, presidente di Cento Stazioni, galoppino di Lupi e che secondo i magistrati sarebbe l’uomo che faceva da filtro fra il ministero e le imprese.

Poi Stefano Perotti, fortemente voluto dal ministero (leggi Incalza) come direttore lavori di una quantità di opere impressionante: alta velocita, porto di Ancona, superstrada libica, un pezzo di Expo, metro C di Roma, linea 4 Milano, Pedemontana veneta, Pedemontana lombarda, due lotti della Salerno Reggio Calabria, ecc.

Incalza affidava i lavori a Perotti; Perotti pagava le relative tangenti a Incalza attraverso società di consulenza di imprese incaricate di costruire l’alta velocità; e pagava uno stipendio da 7.000 euro a Cavallo per il lavoro di tramite ministero-imprese.

Questi tre soggetti, aiutati da una rete complice e/o omertosa composta da liberi professionisti, uomini delle istituzioni, assessori e amministratori di società hanno mosso per 14 anni quantità enormi di denaro pubblico per opere inutili e dannose che hanno comportato costi sovrastimati durante la costruzione e che continuano a produrre debito pubblico perché le perdite di bilancio vengono poi pagate ancora con fondi pubblici.

Ma come è stato possibile tutto ciò?
La risposta è: LEGGE OBIETTIVO, la legge varata nel 2001 e proposta dal ministro Lunardi che proprio nell’agosto 2001 dichiarò: “La mafia e la camorra ci sono sempre state e sempre ci saranno. Dovremo imparare a convivere con queste realtà”.

Oggi il presidente dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) Raffaele Cantone definisce quella legge “criminogena”: son serviti 14 anni di sperpero di denaro pubblico per giungere a questa amara considerazione. Ma la legge era scritta, bastava leggerla.
Si tratta infatti di una legge che ha in sé tutte le possibilità per favorire la corruzione degli appalti e dello svolgimento dei lavori: consente al privato contraente generale (general contractor) di fare dei progetti esecutivi che costano normalmente di più, di non avere nessun vincolo sui tempi di esecuzione, nessun vincolo sulla qualità, perché non essendo responsabile della gestione e non dovendo recuperare assolutamente nulla dalla gestione, sulla qualità, ovviamente, non importa.
La legge obiettivo rende autoimmune l’impresa dal controllo pubblico perché i general contractor possono nominare i loro direttori dei lavori: l’impresa è controllata da uno che viene pagato dalla stessa impresa.

La relazione della Commissione Europea dice che nel solo caso delle opere pubbliche la corruzione è stimata attorno al 40% del valore dell’appalto. Vuol dire che abbiamo pagato mille quello che poteva essere pagato seicento. Inoltre, non sempre sono state fatte opere necessarie, e infatti la Corte dei conti ha scritto nel 2008: “Si stanno facendo opere che servono solo a chi le costruisce perché finiscono in un aumento del debito”.
La spesa complessiva per i lavori finora realizzati ammonta a 78,7 miliardi di euro.

Il costo medio della costruzione dell’alta velocità in Italia è di circa 61 milioni di euro a chilometro, nel resto d’Europa varia dai 6 ai 15 milioni di euro a chilometro. Le caratteristiche morfologiche non giustificano la differenza: la Milano-Novara viaggia su un territorio piano, come la Madrid Siviglia. La MilanoNovara è costata 55 milioni di euro a chilometro, la Madrid-Siviglia 9,8 milioni di euro a chilometro. Poi ci si chiede quale sia l’origine del debito pubblico che soffoca l’Italia…

La legge Obiettivo e il Cipe hanno autorizzato 187 grandi opere, ma dopo lo scandalo Incalza il neo ministro Derio le ha ridotte a 30 tutto questo interesse “strategico” improvvisamente è scomparso…salvando però il fiore all’occhiello del sistema Incalza: l’alta velocità, compresa la Brescia-Verona.
L’inchiesta Incalza della Procura di Firenze parte proprio dalle indagini sull’alta velocità fiorentina in fase di costruzione nel 2013 e grazie all’esposto della consigliere comunale Ornella de Zordo, questo per ricordare ai nostri consiglieri comunali e sindaci che non è vero che non hanno poteri: hanno grandi poteri, se vogliono applicarli. Quell’esposto ha portato oggi alle dimissioni del ministro Lupi e a scoperchiare il gran calderone degli appalti pubblici gonfiati.

Consigliamo la visione della puntata, disponibile in streaming a questo link  per vedere e ascoltare quali danni ha provocato la costruzione dell’alta velocità a Firenze e poi ad Arquata Scrivia per l’altro tratto sotto indagine della Milano-Genova: falde compromesse, case danneggiate dalle vibrazioni delle trivelle, montagne di amianto perforate e istituzioni preposte al controllo del livello di inquinamento che non forniscono i dati che allarmano la popolazione. Tutto ciò potrebbe ripetersi da noi, nei nostri paesi e sul nostro lago di Garda se lo lasceremo fare!

Coordinamento No Tav Brescia – Verona

https://www.radiondadurto.org/2015/05/06/no-tav-sabato-9-maggio-manifestazione-a-castelnuovo-del-garda-vr/

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