L’incontro che sì è tenuto nella sala di Ambienteparco, organizzato da Carmine Trecroci per Legambiente Brescia, è partito spiegando la figura di Serge Latouche, economo e filosofo e ideatore della Teoria sulla Decrescita oltre che autore di molti libri in edizioni francesi, italiane e vietnamita. Nonostante non abbia mai pubblicato su riviste di settore è sicuramente un grande intellettuale con un enorme seguito.
Il filo conduttore dell’incontro è stato il mettere in evidenza la poca applicabilità pratica delle teorie di Latouche analizzandone i diversi punti che la caratterizzano.
I punti chiave sulla decrescità sono stati riassunti nei seguenti:
-La crescita del Pil rapportata al danneggiamento di risorse naturali e consumo forsennato di energie
-L’impossibilità di separare la crescita economica dal danneggiamento ambientale
-La decrescita come garanzia della più equa ridistribuzione delle risorse
-Proporre modelli di organizzazione collettiva per limitare i consumi senza far calare il benessere
-Finalizzare la produzione economica sui bisogni reali dell’uomo
Le critiche mossa da Trecroci hanno toccato invece dati a suo dire oggettivi come:
-La minor produzione di energia provocherebbe aumento dei costi di gestione della stessa
-La relazione tra produzione e consumo non è costante
-Teoria non basata su leggi empiriche ma solo di previsione
-Crescita economica illimitata come concetto non applicabile perché non contestualizzato geograficamente e storicamente
-Crescita in esaurimento come dato falso
-L’aspettativa di vita è aumentata quindi il nostro modello di sviluppo è migliore di quello di un paese del terzo mondo
-Le emissioni di Co2 sono solo leggermente aumentate ma sempre in linea con quelle di quarant’anni fa.
Secondo Trecroci quindi sul piano logico le teorie di Latouche non hanno senso perché ignorano le condizioni di paesi che stanno ancora crescendo e nei paesi ricchi la crescita è fondamentale per continuare a pagare servizi, istruzione e sanità che sono fondamentali per il nostro benessere.
Alla fine dell’esposizione ci sono stati poi diversi commenti, chi pro e chi contro le teorie di Decrescita e sono emerse questioni interessanti come il consumismo tipico della nostra società sul quale si potrebbe tranquillamente fare a meno, il fatto poi che un Pil alto non rappresenta un dato di benessere nel paese dove lo si calcola perché come tutti sappiamo, se c’è un terremoto il Pil sale perché molte aziende aumenteranno il loro fatturato con i lavori.
C’è stato un intervento poi di una donna che era stata recentemente ad un incontro di Latouche e l’aveva molto colpita il fatto che secondo lui il paese con il miglior rapporto benessere/minor impatto ambientale è Cuba, dato per la maggior parte dei presenti nella sala, falso.
Tornato a casa ho poi guardato i dati sulla mortalità a Cuba e ho visto che la media è 77 anni, contro gli 81 dell’Italia, senza contare l’aspettativa di vita sana qua a Brescia…Considerando quindi ovvio che il Pil è un valore che non indica il benessere di una popolazione, si potrebbe invece utilizzare il valore di potere d’acquisto di un salario medio e scopriremmo che siamo già in decrescita, solo dobbiamo rendercene conto e agire di conseguenza, non prendendo alla lettera le teorie di Latouche ma risparmiando per primi su ciò che è superfluo e lavorare insieme per creare un modello di sviluppo che rispetti di più l’uomo e la natura, in tutti i paesi del mondo.