L’impianto di trattamento delle ceneri (rifiuti PERICOLOSI) disterà 1150 mt dalle case della località San Carlo di Rezzato, 1200 mt dalle case di Buffalora, 2000 mt dal centro di Rezzato e 2500 mt da Sant’Eufemia
Di seguito l’articolo di Pietro Gorlani dal corriere.brescia on-line
IN VIA CHIAPPA, A FIANCO DELLA DISCARICA APRICA: PROGETTO IN REGIONE
Buffalora, un nuovo impianto-rifiuti di A2A
L’impianto sperimentale trasformerà in sale le ceneri del termoutilizzatore, oggi portate a caro prezzo in Germania. Ma la zona è già piena di criticità ambientali
IN VIA CHIAPPA, A FIANCO DELLA DISCARICA APRICA: PROGETTO IN REGONE
Buffalora, un nuovo impianto-rifiuti di A2A
L’impianto sperimentale trasformerà in sale le ceneri del termoutilizzatore, oggi portate a caro prezzo in Germania. Ma la zona è già piena di criticità ambientali
Un impianto che al momento prevede solo una fase sperimentale: tratterà infatti 360 tonnellate l’anno (1,2 al giorno) di ceneri leggere ( fly ash ) a fronte di una produzione annua di 37 mila tonnellate. Ceneri intrise di metalli pesanti, composti organoclorurati e altre sostanze tossiche: sono le scorie rimanenti nei filtri installati nel camino azzurro di via Codignole, che filtrano i fumi prodotti dall’incenerimento di 800 mila tonnellate l’anno di rifiuti. Ceneri che, vista la loro pericolosità, A2A spedisce nelle miniere di salgemma in Germania, a costi record (la stima è di oltre 130 euro la tonnellata). «Il progetto è finalizzato a testare su scala preindustriale – si legge nello studio preliminare ambientale – il trattamento che consente di ottenere un materiale riutilizzabile in forma di granuli e un sale solido costituito da cloruro di calcio e cloruro di sodio, utilizzabile, per il decongelamento invernale delle strade». A2A ha deciso di sottoporre il prototipo agli uffici della Regione, anche se non sussiste l’obbligatorietà per i progetti sperimentali. C’è di più. Come si evince leggendo lo studio preliminare, l’impianto tratterà «in prevalenza», ma non esclusivamente, le ceneri prodotte a Brescia. È ipotizzabile che – una volta assicurata la compatibilità ambientale dell’intero processo – possano arrivare a Brescia scorie anche da altre zone d’Italia.
Le garanzie ambientali che potranno offrire i sali prodotti da ceneri contaminate sarà materia di esperti ed istituzioni. È invece destinata a sollevare un vespaio di polemiche la localizzazione: un sito adiacente l’ex discarica Aprica di via Chiappa, a Buffalora, a mille metri dalle prime abitazioni. Una zona dove le criticità ambientali sono davvero tante. Basti pensare alle due discariche attive (Nuova Beton e Bres.Pa a Rezzato), alle discariche cessate (Piccinelli, contenente rifiuti radioattivi e la Ve-Part, contenente rifiuti tossico nocivi), alla futura discarica d’amianto di via Brocchi.
Sarà la Regione a valutare l’impatto cumulativo delle varie criticità. Dovrà tenere presente che la zona rientra nell’area critica per la pessima qualità dell’aria, è inserita nel programma di tutela delle risorse idriche (zona di ricarica della falda profonda), e nell’ambito Igt Ronchi di Brescia.
Nello studio preliminare redatto da Professione Ambiente e presentato in Regione si legge che l’intervento avrà «un impatto con interferenze ambientali di entità trascurabile nei confronti delle componenti ambientali indagate».
pgorlani@rcs.it
Pietro Gorlani
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