Dal Mella alle discariche di Montichiari: chi fa e chi paga le bonifiche?

Dal Corriere Brescia

Mettete insieme gli scarichi biologici di 70mila persone e quelli di 2 mila industrie. Convogliateli quotidianamente in un piccolo fiume, poco più che un torrente. Ecco il Mella. Che nasce in una valle, la Val Trompia, che non ha depuratori. Una situazione da Terzo Mondo. Sotto la lente di Bruxelles. Il corso d’acqua è il più inquinato della Lombardia (insieme a Lambro, Olona e Seveso) e tra i più inquinati d’Italia. Così malato che l’Unione Europea ha prorogato dal 2015 al 2027 l’ultimatum per permettere che la qualità delle sue acque possano raggiungere lo stato di «buono». Ma il «Contratto di fiume», l’impegno solenne preso 4 anni fa da tutte le istituzioni per poterlo risanare, si è impaludato. Che serve al fiume per rinascere? «In tutta la Valle ci sono solo due depuratori: uno a Irma e uno a Pezzaze – spiega Eleonora Gozio, responsabile del monitoraggio acque dell’Arpa Brescia – Tutto il restante territorio non è depurato».
Il collettore realizzato a Concesio e costato milioni di euro non è mai stato collegato al depuratore A2A di Verziano. Una situazione pesantissima, analizzata con un certo imbarazzo dai membri della Commissione provinciale Ambiente, riunitasi ieri per avere aggiornamenti in merito al disastro ecologico che il 23 marzo ha ucciso migliaia di pesci nel Mella. Il disastro ecologico «è stato causato dallo sversamento di cianuri da una delle 5 aziende galvaniche di Villa Carcina, all’altezza del ponte Cailina» ha spiegato Alessandra Ferrari, responsabile unità organizzativa controlli dell’Arpa. E sarà la magistratura ad indagare. Ma senza una soluzione strutturale «Arpa si troverà a dover sempre inseguire i responsabili di un disastro» commenta laconico il direttore Giulio Sesana.
«L’unica soluzione è collegare il collettore di Concesio al depuratore di Verziano – interviene Fabio Ferraglio (Pd), ex sindaco di Gardone Valtrompia – E la Provincia deve impegnarsi in questa direzione. Il problema è che A2A non vuole ricevere nel suo impianto i reflui della Valtrompia. Ma gli inquinanti portati a valle dal fiume potrebbero rappresentare una minaccia per la falda cittadina». La proposta è accettata in modo bipartisan. «Non ci possiamo sottrarre alle nostre responsabilità» commenta il capogruppo Pdl Diego Invernici. Per questo nella prossima commissione verranno invitati l’assessore provinciale all’Ambiente Stefano Dotti e un rappresentante del Comune, nel tentativo di far decollare quella depurazione «della media valle di cui si parla dal 1986» ha aggiunto Roberto Gitti (Udc). Ma le emergenze ambientali in valle non sono finite. Resta da affrontare l’inquinamento diffuso da cromo esavalente, da Lumezzane a Villa Carcina.
Pietro Gorlani
pgorlani@rcs.it

Dal Giornale di Brescia

Giovedì mattina il Gobbia, alle prime luci, ribolliva di candida schiuma, lentamente trascinata a valle, in barba a tutti proclami, ai dichiarati controlli, alle ispezioni, ai progetti speciali e sperimentali che hanno occupato un intero Consiglio comunale.
Sono passati nemmeno dieci giorni e il torrente è tornato a… risplendere di schiuma non propria, macilento e bistrattato.
Verso la tarda mattinata la schiuma si era disciolta in gran parte, ma non del tutto, come mostra la fotografia scattata nel tratto di Gobbia sotto Vicolo Levante, a Sant’Apollonio, in fregio alla strada per Santa Margherita.
Tutto lascia intuire che lo scarico abusivo sia avvenuto nella valle di Premiano, perché proprio da lì originava la schiuma, in certi tratti ammassata ad altezza d’uomo.

Dal Corriere Brescia

Un velo di poca chiarezza sembra avvolgere la vicenda della (mancata) bonifica di tre siti a rischio (e dell’apertura di una discarica) a Montichiari. A sollevare il problema è il gruppo comunale Area civica monteclarense (Acm). I consiglieri d’opposizione, Paolo Verzeletti, Fabio Badilini e Rino Bignotti, chiedono che il comune di Montichiari faccia luce sui rapporti che intercorrono da anni con la ditta Vals.Eco (poi Systema e quindi Gruppo Systema).
Una storia lunga più di un ventennio che vede al centro della questione l’accordo siglato tra amministrazione monteclarense e Gruppo Systema per la realizzazione di una discarica (di rifiuti speciali) subordinata alla bonifica di quattro aree a rischio: le ex cave Bonomi, Bicelli, Accini e Baratti. La discarica (aperta 14 anni fa) avrebbe poi dovuto contenere i materiali provenienti dalle suddette bonifiche. Era il 1993 e con il passare degli anni (e delle amministrazioni) l’accordo si è trasformato in qualcosa d’altro. Da interventi di bonifica sui siti inquinati si è passati a interventi di messa in sicurezza delle aree interessate «provocando così un vantaggio in via esclusiva per il soggetto privato in quanto la messa in sicurezza risulta meno oneroso della modifica, mentre non pare comportare nessun vantaggio per il comune».
Tale beneficio per il Gruppo Systema, Acm l’ha calcolato in circa 70 milioni di euro (tra minori costi per il privato appunto e per la messa a reddito dello spazio in discarica che avrebbe dovuto raccogliere i rifiuti provenienti dalle bonifiche dei siti inquinati). A oggi solo un intervento di bonifica è stato portato a termine (quello sull’ex cava Bonomi terminato nel 2006) mentre negli altri tre siti la situazione è ancora in stand-by (l’amministrazione imputa i ritardi al diniego che i proprietari dei siti oppongono al Gruppo Systema per l’accesso all’area. Giustificazione che non convince l’opposizione). A preoccupare i tre consiglieri, le ripercussioni ambientali e sulla salute del protrarsi nel tempo di un tale panorama a rischio. «La scadenza per l’attuazione dell’intero progetto di bonifica era stata fissata nel 2001 e poi posticipata al 2007 ma ad oggi non si è ancora proceduto».
Acm sollecita inoltre gli enti ad «approfondire la distribuzione sul territorio del comune di Montichiari di alcuni dati relativi a patologie tumorali in alcuni casi con esito mortale». Insomma alle amministrazioni che in questi anni si sono succedute si contesta il mancato intervento di sollecito delle bonifiche e il mancato monitoraggio nel tempo della situazione in termini di inquinamento delle discariche abusive in questione. Per informare la cittadinanza sull’accaduto Area civica monteclarense organizza per venerdì 13 aprile alle 20.30 una riunione pubblica all’hotel Garda di Montichiari.

 Silvia Ghilardi

 

 

 

 

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