L’uno agosto 2011 ha avuto inizio la procedura di valutazione di impatto ambientale della regione Lombardia (VIA 950 – RL), riguardante la Discarica CASTELLA, un nuovo impianto di smaltimento di rifuti speciali non pericolosi, in gran parte putrescibili, con annesso impianto di produzione di biogas.
Il progetto, proposto da Castella s.r.l., società partecipata per il 50% da parte del gruppo Garda Uno s.p.a., dovrebbe essere realizzato nel comune di Rezzato nella cava di proprietà Gaburri s.p.a., ATEg 25, adiacente al comune di Brescia.
Si tratta di una discarica di ben 1.850.000 metri cubi, nonostante il fabbisogno stimato dal PPGR della provincia di Brescia per lo smaltimento in discarica di questi rifiuti sia di 2.030.003 metri cubi nel triennio 2007/2010 dei quali, peraltro, 3.417.870 già autorizzati.
La località Castella, prima di scomparire nella cava Gaburri, ospitava una cascina storica (oltre a terreni agricoli e mandrie di bestiame) che racchiudeva tracce del passaggio dei romani e longobardi; il fatto che sia stata distrutta per avarizia di metri cubi di sabbia la dice lunga sul senso civico del cavatore Gaburri.
Ad oggi però, in quella località, si sono create condizioni ambientali che hanno permesso la presenze e la nidificazione di trentanove specie diverse di uccelli, di cui nove ad alto valore naturalistico e tre protettte dalla direttiva europeo “Uccelli” 09/147, tra cui il raro “Cavaliere d’Italia”.
La stessa provincia di Brescia ha definito la zona come “umida”, quindi da preservare. Sembra lo sappia anche Gaburri, tant’è che senza denunciare nulla alle autorità competenti depositò materiale inerte sulle sponde del laghetto, per coprirlo in parte ed evitare che nessun uccello protetto nidificasse più in quella zona; per questo è stato sanzionato, grazie ad una segnalazione dei cittadini alle autorità.
La zona destinata ad ospitare la discarica, molto vicina ad insediamenti abitativi, è satura di impianti inquinanti e nocivi, discariche, bitumifici, attività estrattive, ed è attraversata da tangenziale ed autostrada; recenti indagini dell’ASL attestano inoltre una particolare situazione di criticità per la salute degli abitanti della zona.
Ricordiamo inoltre che sia Rezzato sia Brescia sono classificati dalla normativa regionale come zona critica A1 per la qualità dell’aria, zone quindi “dove non è opportuno introdurre nuove fonti inquinanti ma solo favorire attività di risanamento e mitigazione della qualità dell’aria”
Il comune di Rezzato, i comitati ambientalisti Co.Di.s.a. e Comitato Spontaneo Contro le Nocività hanno presentato nel corso della V.I.A. le osservazioni di contrarietà a questo progetto, denunciandone l’insostenibilità dovuta ai rischi per la salute degli abitanti, alla perdita di preziosi ecosistemi, alla distruzione di zone umide, al peggioramento della qualità dell’aria, alla modifica irreparabile del territorio, al danno paesaggistico, al consumo di suolo, all’incremento di traffico, ai seri rischi per la falda acquifera.
Infatti la grande permeabilità del terreno, un’elevata vulnerabilità della falda agli agenti inquinanti e la presenza di un’unica circolazione idrica sottostante che va a ricaricare gli acquedotti di Castenedolo e Buffalora, fanno sì che un eventuale sversamento di percolato, una rottura nel fondo discarica o la semplice usura del tempo provocherebbero danni irreparabili per le colture e gli abitanti delle zone a sud della Castella
Da alcuni giorni si sono aggiunti agli oppositori alla discarica il Comune di Castenedolo, che teme per la qualità dell’acqua dei propri rubinetti, oltre a numerose associazioni e singoli che pubblicamente e con iniziative hanno sempre cercato di opporsi a questo progetto oltre che a tutte le nocività di cui Brescia (terza città per inquinamento in Europa) è sommersa.
Per ridare salute e respiro alla nostra terra è indispensabile una moratoria di tutte le autorizzazini per nuovi impianti inquinanti e discariche nelle zone già sature di nocività; le cave cessate non devono più essere trasformate in discariche ma sottoposte a recupero ambientale e restituite all’uso della cittadinanza, dopo decenni di sfruttamento da parte di imprenditori senza scrupoli.
Chiediamo alle istituzioni un’assunzione di posizioni nette, scelte coerenti con il loro compito di tutela delle delle persone e dell’ambiente.
Non siamo più disposti a tollerare che sia garantito il profitto di pochi a detrimento della salute e del benessere di tutti.
Per questo venerdì 12 Aprile è stato organizzato un presidio al Pirellone a Milano alle ore 9.45 promosso da: Comitato Spontaneo contro le Nocività, Gruppo Antinocività Rezzato e Collina dei castagni.
Per chiunque voglia aggregarsi il ritrovo è in Via Borgosatollo, zona Volta, al parcheggio del luna park per le ore 7.00 dove partiremo organizzandoci con le auto a disposizione, perché in quella giornata è stato indetto sciopero dei mezzi pubblici.