Cesio 137: in viaggio lungo la falda?

«Le analisi non hanno evidenziato la presenza di in concentrazioni superiori ai livelli minimi rilevabili, né la presenza di altri radionuclidi artificiali in concentrazioni rilevabili» . Lo si legge nel comunicato stampa diramato dall’assessorato all’Ambiente del comune, con tanto di analisi allegate, nel pomeriggio di martedi 20 marzo. Nello stesso comunicato l’Assessore all’Ambiente Paola Vilardi dichiara pomposamente «Il costante monitoraggio degli inquinanti e dello stato di salute del nostro territorio è una delle attività principali e di maggiore rilievo per il settore ambiente . Il nostro impegno è massimo e muove da un’attenta analisi delle criticità che purtroppo da parecchi anni affliggono l’area della nostra città. Per questo ho chiesto un nuovo monitoraggio della ex cava Piccinelli».

Solo un anno fa la stessa Vilardi in un’ ‘intervista rilasciata a Radio Popolare affermava “ di non essere nemmeno al corrente di questa vicenda” e ora dice “ di aver sempre avuto sotto controllo la situazione “ ?  Una situazione che vede 2mila metri cubi di terra contaminata stoccata nell’area della ex CagiMetal nel 1998 , contaminazione certificata dall’Asl di Brescia. Nel gennaio 2006 il comune ha installato 4 piezometri per effettuare controlli radiometrici e chimici sulle acque di falda prima e dopo la discarica. E nel 2007 le analisi Arpa erano differenti rispetto a quelle di oggi: i piezometri davano una radioattività superiore di due grandezze (da 0,2 a 0,1 bequerel/kg). Che cosa è successo in questi cinque anni? Che fine ha fatto la leggera radioattività che c’era nella prima falda? Resta aperto i problema della messa in sicurezza delle scorie, che andrebbero messe in appositi contenitori e cementate. La quantità di terreno più contaminato è di 150 metri quadri per una profondità di 4,5 metri.

Andrea Tornago giornalista di Radio Popolare che segue la vicenda da tempo ha interpellato oggi Giulio Sesana Direttore ARPA Brescia

“Non si può pensare che quattro numeri risolvano sempre i casi di tutto…lì non abbiamo visto nulla, quello che poi può essere successo in dieci anni, in cinque anni, in tre anni è tutto da stabilire…”  Il Direttore dell’ARPA di Brescia, Giulio Sesana, non condivide l’entusiasmo della giunta Paroli, che ieri con toni trionfalistici ha comunicato l’esito degli esami delle acque di falda sotto all’ex cava Piccinelli: niente radioattività, dicono i campioni analizzati, ma ancora nessuna spiegazione dei fenomeni registrati nell’ambiente in questi ultimi tredici anni.

“Sappiamo solo che al momento non c’è contaminazione” ha dichiarato Sesana, “non possiamo dire se in passato ci sia stato un contatto tra l’acqua e le scorie”. Nel 2011 era stata proprio l’agenzia a lanciare l’allarme per la risalita della falda in quell’area di circa 4 metri: sulla base dei dati le scorie si trovavano a circa 4-5 metri di profondità e sarebbero state sommerse dalle acque in una porzione di terreno pari a circa 4 metri e mezzo. I dati resi noti ieri invece mostrano che la presenza di Cesio nell’acqua è inferiore di quasi cento volte rispetto al 2007. Come sia possibile che l’acqua sotto all’ex cava Piccinelli si sia addirittura ripulita resta un mistero, che non esclude anche lo scenario peggiore: quello per cui la contaminazione si potrebbe essere già allontanata dal sito e stia viaggiando nella prima falda.

 Ascolta l’intervista ad Andrea Tornago di Radio Onda d’Urto

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