ECOREVENGE: SIAMO SOLO ALL’INIZIO…verso la manifestazione del 17 marzo

Gli ambientalisti e l’eco-vendetta

LA MANIFESTAZIONE. Il comitato spontaneo contro le nocività
La marcia partita da Sanpolino è arrivata in via Brocchi, sito futuro della discarica di amianto «L’amministrazione ci ascolti»

19/02/2012
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Lo striscione «inalberato», è proprio il caso di dire, dai manifestanti

L’hanno intitolata «Ecorevenge», una vendetta ecologica contro gli «amministratori che non ci ascoltano ai quali non importa nulla della salute nostra e dei nostri figli»: diretti come sempre gli aderenti al Comitato spontaneo contro le nocività di San Polo, che ieri, assieme al collettivo art@hack hanno promosso l’iniziativa. All’inizio una marcia, partita da Sanpolino in direzione via Brocchi, dove i partecipanti si sono fermati fino a sera davanti a quella che sarà, salvo pronunciamento contrario del Consiglio di Stato, la discarica di amianto. E questo allarma i cittadini dei quartieri di San Polo, Sanpolino e Buffalora: «Una nuova discarica significa ancor più inquinamento, ancor più problemi respiratori per i nostri figli», osserva Evamilda Jesus, di origini brasiliane che vive a Sanpolino da 6 anni e che è in corteo con i suoi due figli di 2 e 6 anni; con lei un’altra giovane madre, Adriana Mancuso, che vive a San Polo nuovo da sette anni: «Mia figlia di 3 anni da quando è nata ha problemi alle vie respiratorie, chiaramente legati all’aria di questa zona perchè quando la porto in vacanza sta benissimo». Sulla salute dei bambini insiste anche Rosalia Facinelli, residente di Sanpolino: «Qui, in un’area di un chilometro quadrato ci sono 3 scuole, fare una discarica è illegale perchè la legge dice che le discariche devono essere lontane. Si aggiunge nocività in una zona già colpita e questo significa non aver rispetto della salute delle nuove generazioni». Anche la sua amica, Maria Grazia Lo Presti, mette l’accento sull’ingiustizia di «gestire il territorio pensando al profitto e non alla salute. L’ambiente è uno dei primi beni comuni sui quali si dovrebbe puntare». «Da anni diciamo che questa zona è satura. Basta con operazioni invasive: si investa invece nel recupero in favore dei cittadini, costruendo il parco delle cave», precisa Fiorenzo Bertocchi, segretario di Rifondazione Comunista, unico partito presente alla mobilitazione dei cittadini. IL CORTEO passa nel cuore dei quartieri, fa una tappa davanti all’Alfa Acciai, additata dagli organizzatori «come uno dei principali responsabili dell’inquinamento della zona»; poi svolta verso via Brocchi, ad oggi chiusa: «percorrere questo pezzo sterrato – dicono nel corteo – verso il recinto che delimita l’area della futura discarica fa provare un senso di vergogna per l’incuria umana verso l’ambiente». Ovunque materiale di scarto, dalla lana di vetro ad una lavatrice, rifiuti, plasticume. Il furgone della musica che accompagna la gente si ferma su un campo, privato, coltivato a mais «chissà chi comprerà a questo contadino il mais all’amianto», si chiedono i manifestanti, soddisfatti anche se la partecipazione non è stata oceanica: «La gente è dalla nostra parte ma è rassegnata perchè convinta di essere impotente contro i poteri politici ed economici», dice Giancarlo Abeni, residente di Sanpolino. «È stato comunque importante tornare in questo posto; oggi era solo una tappa verso l’iniziativa del 17 marzo, che coinvolgerà realtà ambientaliste da tutta la provincia», conclude Andrea Marini, del comitato contro le nocività.

Irene Panighetti

 

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