La discarica di via Brocchi: ieri, oggi e.. domani?

LA DISCARICA DI AMIANTO DI VIA BROCCHI

IERI

2008: Viene autorizzata da Regione Lombardia la discarica di amianto di Via Brocchi, sentito il parere (FAVOREVOLE) di Provincia, Comune (Giunta Paroli), ASL, ARPA.
2009: i lavori di allestimento della discarica hanno uinizio, ma vengono bloccati per ben 6 mesi dagli attivisti del comitato spontaneo contro le nocività. Dal 30 luglio 2009 al 1 febbraio 2010 un presidio permanente blocca, di fatto, l’accesso dei mezzi alla discarica.
2010: 1 febbraio, all’alba, con un notevole spiegamento di forze dell’ordine e complice un’ordinanza di chiusura della via, il presidio viene spazzato via ed i lavori riprendono. Il comitato spontaneo contro le nocività ed il Comitato difesa salute ed ambiente (Co.di.s.a.) si rivolgono al TAR, chiedendo la sospensione dei lavori (tra le molte falle rilevate: assenza di perizia idrogeologica, mancato rispetto della distanza minima da case e scuole, pericolosa vicinanza alla falda acquifera, incompatibilità della discarica con la destinazione finale dell’area a parco). Il TAR, accogliendo le richieste dei comitati, dispone dapprima la sospensione dei lavori e, successivamente, la sospensione del provvedimento regionale, riconoscendo, di fatto, la fondatezza delle preoccupazioni dei cittadini.
2011: giugno: giunti alla sentenza, i giudici del TAR dichiarano il ricorso dei comitati INAMMISSIBILE per ritardata notifica alla controparte, non entrando nel merito del ricorso. I comitati si rivolgono al Consiglio di Stato. Stranamente, nel frattempo, Regione Lombardia  impone a Profacta l’innalzamento del fondo di 35 centimetri, ammettendo, di fatto, l’estrema vicinanza della discarica alla falda acquifera. Ancor + stranamente, tra l’inizio dell’iter e l’ultima autorizzazione (A.I.A. del 21 novembre 2011), viene modificata la dicitura del rifiuto, da “rifiuto speciale non pericoloso” a “monorifiuto amianto”. Perchè? Nel primo caso la distanza minima dalle abitazioni deve essere 200 METRI; nel secondo caso essa diventa 100 METRI
2012: aprile: gli attivisti del comitato spontaneo contro le nocività, inascoltati ormai da 3 anni, danno inizio ad uno sciopero della fame a staffetta, che si protrae per oltre un mese e che porta il consiglio comunale, il 30 maggio 2012, ad impegnare il sindaco Paroli a scongiurare l’avvio di ogni attività presso l’impianto di Via Brocchi e ad intervenire presso la Regione Lombardia per sollecitare la verifica dell’iter autorizzativo della discarica

OGGI

La discarica è sotto sequestro. La Procura della Repubblica, infatti, indaga su presunti illeciti. Cosa è accaduto? Ultimati i lavori di allestimento della discarica, il 28 settembre 2012 giunge a destinazione il primo carico di amianto. Ha immediatamente inizio un nuovo presidio degli attivisti del comitato spontaneo contro le nocività, questa volta in Via Serenissima. E’ da Via Serenissima, infatti, che, secondo l’autorizzazione regionale, devono transitare i camion che trasportano i pacchi di eternit. Accade, però, qualcosa di strano: il 17 ottobre 2012 una sentinella del comitato, fissa in Via Brocchi, rileva l’arrivo di un camion che non è transitato da via Serenissima e lancia l’allarme. Gli attivisti del comitato entrano nell’area e scattano fotografie: molti dei pacchi di eternit risultano essere danneggiati, con grave pericolo di dispersione di fibre nell’ambiente. Alcuni giorni prima gli stessi attivisti avevano inviato alla Procura della Repubblica fotografie che documentavano la presenza di grandi pozzanghere sul fondo della discarica (problemi dello strato drenante? risalita della falda acquifera?).
Il 18 ottobre 2012 la discarica viene posta sotto sequestro da parte della magistratura.

DOMANI

Cosa accadrà? Il sequestro verrà convalidato? Il Consiglio di Stato accoglierà il ricorso dei comitati, chiudendo, finalmente, questa parentesi oscura della politica locale? Non ci è dato sapere. Ma una cosa la sappiamo bene: se i cittadini non si fossero mobilitati la discarica sarebbe già stata ultimata e riempita, e sarebbe pericolosamente vicina alla falda acquifera. E’ per questo che chiediamo a tutte e tutti di non abbassare la guardia: abbiamo dimostrato che, insieme, possiamo bloccare i progetti nocivi. Noi vogliamo realizzare un sogno: il Parco naturalistico delle Cave. Unisciti a noi.

Comitato spontaneo contro le nocività
bresciacontrolenocivita@gmail.com
Gruppo Facebook Facciamo il Parco delle Cave

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