La falda di Brescia rischia la contaminazione radioattiva da Cesio 137

Dopo l’inchiesta di Radio Popolaree le denunce dei comitati ambientalisti, ora lo sostiene anche l’Asl di Brescia, che chiede al sindaco di intervenire immediatamente a tutela della salute pubblica.

 
“A Brescia c’è un rischio concreto di contaminazione radioattiva della falda acquifera”. Lo sostiene l’Asl in una lettera inviata al sindaco di Brescia, Adriano Paroli, a proposito delle scorie abbandonate alla periferia della città, nell’ex cava Piccinelli.
Nell’aprile scorso era stata l’Agenzia regionale per l’ambiente a scrivere che le scorie costituiscono “un pericolo concreto ed attuale per la popolazione” della città. Ora l’allarme ambientale ha assunto dei risvolti sanitari, che chiamano in causa il primo cittadino, garante della salute pubblica: “E’ necessaria l’immediata asportazione del materiale radiocontaminato” si legge nella lettera inviata dal direttore sanitario dell’Asl al sindaco. Nel documento l’azienda sanitaria informa inoltre che “esiste la possibilità che la falda acquifera abbia raggiunto in un passato, anche recente, i rifiuti radiocontaminati”.
Se questo inquinamento sia effettivamente accaduto però non è dato saperlo. Con la giunta di centrodestra, guidata dall’ex parlamentare del Pdl Adriano Paroli, nessuno ha più effettuato controlli sull’ex cava. A distanza di più di un anno dal primo allarme sulla falda ancora nulla è stato fatto per far fronte all’emergenza. Il dottor Fabrizio Speziani, dirigente dell’Asl responsabile dei controlli sull’acqua potabile, ha dichiarato che i laboratori non sono in grado di cercare la radioattività nell’acqua. Intanto la questione potrebbe approdare, con un’interrogazione delle opposizioni, al prossimo Consiglio Comunale del 12 novembre

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