Il progetto del mega-macello di Manerbio è chiaramente una struttura sproporzionata che provocherebbe danni ambientali davvero importanti per quella che risulta essere una zona, quella della Bassa Bresciana, con già gravissimi problemi di questo tipo: un’eccessiva permeabilizzazione del suolo, un’aria sempre più inquinata, un’acqua sempre più contaminata, non ultima quella del Fiume Mella già eccessivamente zeppa di azoto e nitrati (sempre meno smaltibili anche a causa del diminuire costante di terra agricola…) e delle falde acquifere della città di Brescia e dell’hinterland.
Ma al di là dell’aspetto ambientale esistono anche aspetti economici e qualitativi che fanno riflettere su quanto potrebbe essere deleteria la realizzazione di un simile macello: basti pensare al fatto che da anni ormai il settore della macellazione è in crisi, il lavoro all’interno di queste vere e proprie catene di macellazione industriale è troppo spesso sinonimo di sfruttamento degli operai e fenomeni di capolarato. Inoltre, la macellazione a Manerbio sarebbe pari al 16% di quella di tutta Italia, quali sarebbero a questo punto le conseguenze sugli altri macelli italiani e lombardi in particolare? Secondo Ass.I.Ca. (Associazione Industriali della Carne) e anche secondo noi del Coordinamento la risposta è semplice: o si chiudono gli altri macelli (cosa improbabile visto che sono posseduti da cooperative degli stessi allevatori) o si importano suini vivi o mezzene direttamente dall’estero, in particolare dall’est Europa.
Inoltre questo progetto va assolutamente controcorrente con quelli che dovrebbero essere i principi fondamentali sulla qualità del cibo: un cibo che deve essere buono, pulito e giusto. Buono, perchè il cibo deve rispettare a tutti i livelli la freschezza, la stagionalità, il gusto e che soddisfi i sensi, nel rispetto di tutte le identità culturali. Pulito, perchè i metodi di produzione devono rispettare l’ambiente e la salute umana. Giusto, perche il prezzo del cibo deve essere accessibile a tutti, garantendo comunque equi guadagni ai piccoli produttori, e garantisca ai lavoratori condizioni di lavoro e di vita dignitosi.
Quindi il cibo essendo elemento insostituibile nella vita di tutti gli essere umani non può essere considerato merce comune ma deve assumere valore di bene comune. E tutti questi aspetti sicuramente, secondo il Coordinamento Movimenti Beni Comuni, non saranno rispettati con insediamenti produttivi di una simile portata.
Ma oltre a criticare gli aspetti negativi e distruttivi sotto tanti punti di vista di un simile progetto noi del Coordinameno non vogliamo assolutamente esimerci dal voler indicare una via per un’economia che sia differente da quella che mira alla semplice speculazione e al maggior profitto senza rispetto per nulla, per poter indirizzare le amministrazioni, nel caso specifico quella manerbiese, a progetti che veramente valorizzino l’agricoltura locale, il lavoro e la qualità dei prodotti.
Anche per questo motivo quindi abbiamo organizzato l’assemblea pubblica di martedì sera. I relatori della serata sono di rilevanza nazionale: Rossella Muroni (Direttrice nazionale di Legambiente), Enrico Moriconi (veterinario ed ex Presidente dell’Associazione Veterinaria di Salute Pubblica) e Giuseppe Oglio (esperto di agricoltura conservativa naturale e permacultura); il tema, volenti o nolenti, è di grande rilevanza per tutta la comunità, per questo SIETE TUTTI INVITATI A PARTECIPARE ALL’ASSEMBLEA!
2 pings