Dal 2000 ad oggi, in provincia di Brescia, il numero di morti per patologie tumorali tra gli uomini è sceso del 20%, mentre tra le donne questo tasso è rimasto di fatto stabile. Se si fa il confronto con la media nazionale, si vede che la nostra Asl ha un triste primato: la mortalità per tumori, pur in linea con il dato regionale, supera quella italiana del 12% tra gli uomini e del 6% tra le donne. E’ quello che emerge dai dati epidemiologici presentati lunedi 16 giugno dai tecnici Asl ai consiglieri della commissione Servizi alla Persona e Sanità di palazzo Loggia. Per l’Asl erano presenti il direttore sanitario, Francesco Vassallo, e il responsabile dell’Osservatorio epidemiologico, Michele Magoni. I dati dicono che a Brescia la morte per tumore segue, di poco, solo quella per motivi cardiovascolari, rispettivamente a 34,0 e 35,5%, con un distinguo significativo: se per malattie cardiocircolatorie si muore fondamentalmente solo in età avanzata, per tumori purtroppo si muore prima negli anni, e ciò fa perdere complessivamente più anni di vita alla popolazione.
Nel 2012 le patologie tumorali sono state la prima causa di morte (34%) nel territorio, provocando 3.351 decessi. Tra questi i casi più diffusi sono i tumori maligni della laringe e dei polmoni (643 morti), il cancro del colon (339), i tumori del fegato (309) e quelli che colpiscono il seno (229). L’Asl però non è tutta uguale. «E più ci sposta verso ovest», osserva Michele Magoni dell’Asl, «più la situazione peggiora». Il Garda, infatti, è la zona con un tasso di mortalità più basso, mentre Ovest, Sebino e Franciacorta preoccupano. Tra i maschi il distretto del Monte Orfano conta un numero di decessi per tumore del 13% superiore alla media nazionale. Anche tra le femmine, seppur con percentuali più basse, il dato è sovrapponibile. Se si confrontano le varie città della Regione, l’incidenza di tumori a Brescia, tra i maschi, è più alta che a Milano, Como e Mantova. Tra le donne, invece, la nostra città è seconda solo a Bergamo. Un’alta incidenza di carcinomi che per il mondo femminile è ancora più preoccupante se si osserva il capoluogo, dove il cancro colpisce il 6,2% di donne in più rispetto alla media dell’Asl.
Considerate le varie circoscrizioni di Brescia città «non risultano esservi differenze statisticamente significative», sottolinea Michele Magoni dell’ASL. La stessa ASL che qualche anno fa descriveva una situazione allarmante per alcuni quartieri della zona sud, in particolare San Polo. Nella Commissione è stata comunque accolta la richiesta di ospitare Paolo Ricci dell’Asl di Mantova,epidemiologo curatore del Rapporto Sentieri, presentato a Brescia venerdi 13 giugno. Richiesta avanzata da parte di Laura Gamba del Movimento 5 Stelle. Ricci, ricordiamolo, un mese fa aveva chiesto le dimissioni dei vertici Asl di Brescia proprio a causa della politica negazionista portata avanti dall’ Azienda Sanitaria Locale .
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